La Nuova Sardegna

Sassari

Emergenza profughi, "risarcimento" di 500 euro a migrante per i Comuni sardi

di Silvia Sanna
Emergenza profughi, "risarcimento" di 500 euro a migrante per i Comuni sardi

Per la Sardegna un bonus di 2,8 milioni di euro. Contributo una tantum stabilito dal governo, per Sassari circa 350mila euro

24 gennaio 2017
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SASSARI. Un grazie che vale 500 euro per ogni migrante ospitato. Il governo assegna ai Comuni che hanno accolto profughi e richiedenti asilo quello che è stato ribattezzato “bonus gratitudine”: una somma non vincolata che le amministrazioni potranno utilizzare a loro piacimento. Con un unico paletto: quello rappresentato dal bilancio armonizzato, che impone la spendita delle risorse entro l’anno per evitare che l’importo finisca tra l’avanzo “congelato” e inutilizzabile. In attesa del contributo – anche questo di 500 euro per migrante, ma annuale – che sarà assegnato ai Comuni che aderiranno ai bandi Sprar per l’accoglienza, dallo Stato arriva un altro ristoro economico, un tributo per quanto fatto sinora. Qualche numero: all’isola complessivamente dovrebbero spettare circa 2milioni 800mila euro in virtù dei circa 5600 profughi. La somma sarà distribuita tra i Comuni in misura proporzionale al numero dei migranti presenti nei territori. A mettere le mani sulle fette più grosse della torta saranno le città dove si trovano i principali centri d’accoglienza. Come Sassari: con i suoi circa 700 migranti, il Comune dovrebbe ricevere 350mila euro.

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Il bonus. È stato inserito nella legge di stabilità. Il tesoretto da spartire sull’intero territorio nazionale ammonta a 100 milioni di euro. La motivazione: ricompensare i Comuni del sacrificio fatto, attraverso una specie di risarcimento una tantum da assegnare a chi ha aperto le porte ai migranti. Una decisione assunta in considerazione del fatto che in molti casi la presenza di richiedenti asilo nei territori è stata fonte di incomprensioni e tensioni con la popolazione. Ma è evidente che l’iniziativa guarda al futuro: l’obiettivo è invogliare un numero sempre maggiore di Comuni a prendere parte ai progetti di accoglienza e integrazione.

L’attesa nell’isola. Alcuni Comuni hanno già ricevuto la comunicazione che li avvisa dell’imminente arrivo del contributo. Sarà la Regione a disporre la distribuzione e a fare le determine di assegnazione. Per stabilire gli importi faranno fede gli elenchi forniti dalle prefetture sul numero di migranti ospitati a una certa data (ottobre o dicembre 2016) nei centri d’accoglienza e nelle strutture temporanee gestite da privati.

La distribuzione. La città metropolitana di Cagliari e la provincia di Sassari riceveranno le somme maggiori. Sulla base del piano di riparto regionale il 47,5 per cento dei migranti che sbarca nell’isola trova alloggio nelle strutture del Cagliaritano, il 30,2% in provincia di Sassari, il 13% in provincia di Nuoro e il 9,3 % in provincia di Oristano. Ma in particolare i due capoluoghi Cagliari e Sassari godranno del bonus più alto perché ospitano nei loro territori i centri di accoglienza più grandi. Alla fine del 2016 erano circa 700 i migranti presenti a Sassari, più di 1000 a Cagliari: significa che le due amministrazioni comunali riceveranno dai 350 ai 500mila euro.

L’incentivo. La strategia è chiarissima e il governo nazionale non la nasconde. Sinora una percentuale bassa di Comuni ha mostrato disponibilità nei confronti dei migranti. La situazione dell’isola ricalca perfettamente quella nazionale: sul totale di 377 comuni, solo 77 hanno centri d’accoglienza individuati dalle prefetture attraverso i bandi. E sono appena 9 le strutture Sprar, inserite cioè nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Troppo poco. In particolare alla luce dell’accordo Anci-Regione che punta a ridurre il numero delle grosse strutture che non garantiscono una accoglienza ottimale e a distribuire invece i migranti nei territori per favorire maggiore integrazione con le comunità. Le amministrazioni che aderiranno al progetto riceveranno 500 euro all’anno per ciascun migrante. Alcuni Comuni si sono fatti avanti, ma la strada è ancora lunga. Con il “bonus gratitudine” il governo prova ad accorciarla.

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