La Nuova Sardegna

Sassari

Appalti, prime grane per l’Azienda unica

di Nadia Cossu
Appalti, prime grane per l’Azienda unica

La consigliera Busia (CD): l’assessore Arru e Moraino dovrebbero rivalutare la nomina di Andrea Marras come dg a Nuoro

15 gennaio 2017
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SASSARI. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari sulle proroghe illegittime degli appalti Asl che riguardano diverse tipologie di servizi ha inevitabilmente suscitato reazioni nel mondo della politica e dei sindacati. Tra i 21 indagati di abuso d’ufficio ci sono infatti vertici della sanità sassarese che ricoprivano posizioni apicali tra il 2011 e il 2014. Si parla di ruoli di dirigenza e di responsabilità all’interno dell’azienda sanitaria.

Tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari c’è anche Andrea Marras all’epoca dei fatti dirigente amministrativo (quando manager dell’Asl era Marcello Giannico, anche lui indagato) e di recente nominato direttore generale dell’Area socio sanitaria di Nuoro. «Premesso che un avviso di conclusione delle indagini non è una condanna e non è ancora neppure un rinvio a giudizio – sono le parole di Anna Maria Busia, consigliera regionale del Centro Democratico – vorremmo sapere se il dottor Andrea Marras fosse a conoscenza e se sì da quanto tempo delle indagini in corso e delle accuse a suo carico, e cosa intenda fare ora che ha ricevuto la notifica». Si rivolge a lui, la Busia, ma anche all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru e al direttore generale della Azienda unica Fulvio Moirano per chiedere loro «se non ritengano opportuno, per prudenza, rivalutare la posizione di Marras, considerato che l’accusa nei suoi confronti è quella di avere prorogato appalti senza gara. E considerata anche la difficile situazione in cui si trova la Asl di Nuoro dopo l’annullamento del Project financing, ritenuto illegittimo dall’Agenzia nazionale anticorruzione». Le dichiarazioni di Anna Maria Busia appaiono come un invito, neppure troppo velato, alla necessità di fare un passo indietro, inteso come una scelta di opportunità e non certo come l’ammissione di una qualche responsabilità rispetto alle accuse che vengono contestate dalla magistratura.

Il pubblico ministero Cristina Carunchio ha coordinato le indagini che per anni hanno visto gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Sassari impegnati nell’esame di documenti per accertare l’effettiva “anomalia” degli appalti. L’accusa della Procura nei confronti dei 21 indagati è quella di aver «prorogato illegittimamente la durata dei contratti con i quali erano state affidate diverse tipologie di servizi, procurando in questo modo intenzionalmente alle ditte affidatarie un ingiusto vantaggio con contestuale ingiusto danno alle ditte concorrenti».

Si parla di appalti per il lavaggio e il noleggio della biancheria, di assistenza domiciliare integrata, di strutture residenziali e di appalti per l’assistenza informatica. Servizi che sarebbero andati avanti in regime di proroga, senza che venissero bandite nuove gare, in alcuni casi anche per tre anni. Un modus operandi che va contro la legge e l’impressione è che il lavoro della guardia di finanza non sia del tutto concluso. Anche perché si tratterà di capire quale sia stata l’entità del danno economico derivato dalle proroghe illegittime dei contratti. Non bisogna infatti tralasciare il fatto che ci sono in ballo decine di milioni di euro spesi negli anni dalla sanità e, di conseguenza, anche uno spreco di soldi pubblici. Per l’azienda tutto questo ha naturalmente comportato dei costi, perché le nuove gare, con i ribassi previsti, avrebbero consentito ampi risparmi. E quindi va da sè che gli accertamenti delle fiamme gialle saranno finalizzati anche a stabilire l’entità del danno erariale «per perdita di chance» (o mancato risparmio) come si dice nel gergo. Ci sono casi simili in Italia dove la Corte dei Conti – che valuta appunto come danno erariale il mancato risparmio che si sarebbe potuto ottenere indicendo una corretta procedura concorsuale – ha emesso sentenze di condanna.

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