La Nuova Sardegna

Sassari

«Zona franca? Il centro ormai è morto»

di Luca Fiori

Gli esercenti di via Mercato sono scettici sulla proposta del Comune: ben vengano gli aiuti, ma dovevano pensarci prima

11 gennaio 2017
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SASSARI. Un tempo era una delle vie del commercio cittadino, quelle in cui a metà mattina per riuscire a passare bisognava farsi largo tra i sacchetti della spesa. Via Mercato oggi sembra un vicolo di periferia e i pochi commercianti che non hanno ancora tirato giù la serranda commentano con amarezza la notizia del salvagente lanciato dal Comune in un mare di disperazione: la “no tax local zone”, il contributo fino a 3mila euro l’anno offerto per abbattere i costi delle tasse comunali a chi ha già o ha intenzione di aprire attività in centro.

«Perché non ci hanno pensato prima di ridurci in questo stato - commenta Ignazio Paddeu - io nel 2010 ho chiuso i miei tre negozi perché ormai lavoravo solo per pagare le tasse. Nel 2003 ci avevano promesso che i lavori del mercato sarebbero durati tre anni e oggi nel 2017 si può dire che non siano ancora finiti. Comunque ben vengano queste iniziative - conclude - io ho quattro locali sfitti qui in centro per cui pago tasse spropositate, se qualcuno li vuole per aprirci un’attività li do gratis per i primi tre anni». Chi ancora non ha chiuso ma teme di farlo a breve è Ada Serra che dopo la morte del marito manda avanti da sola uno dei bar storici della via. «Questo aiuto che sta offrendo il Comune - commenta - mi sembra una cosa positiva, ma ormai siamo con l’acqua alla gola. Ho due figli che studiano fuori e che non hanno intenzione di mandare avanti l’attività perché qui farebbero la fame».

Per Eliseo Fiori che da un paio d’anni ha aperto una vineria in via Lamarmora «l’iniziativa è buona perché incentiva gli esercenti e incoraggia ad aprire nuove attività - spiega - ma il Comune dovrebbe comunque abbassare i costi della tassa rifiuti che sono troppo elevati».

Giuseppe Dore gestisce una trattoria con ingresso sia da via Mercato che da piazza Tola. «Se non avessi avuto la possibilità di lavorare con il passaggio della piazza - spiega - avrei già chiuso da anni. Via Mercato purtroppo è morta e quest’iniziativa del Comune per quanto sia lodevole ho paura che non possa fermare il declino. La gente ha paura ad investire qui perché i valori catastali dei locali sono spropositati e scoraggiano chi tenta di acquistare i tanti magazzini abbandonati». Lucia Mundula fino a qualche anno fa serviva centinaia di caffè agli operatori del mercato, «oggi - racconta - faccio fatica a riempire un sacco di spazzatura del bar in venti giorni eppure la tassa sui rifiuti è sempre più salata. Dopo 47 anni sono costretta a chiudere». Sergio Sias manda avanti con coraggio la storica macelleria di famiglia, ma il futuro gli fa paura. «Qui resistiamo grazie ai tanti stranieri che sono venuti a vivere in centro - spiega - i sassaresi sono quasi tutti andati via».

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