La Nuova Sardegna

Sassari

Ancora gravissime le condizioni del bambino in coma

di Nadia Cossu

Nessun miglioramento del piccolo caduto in via Donizetti Il dolore della madre e l’angoscia degli amichetti

30 dicembre 2016
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SASSARI. Si sperava in una buona notizia, ci si augurava con tutte le forze che le ultime Tac segnalassero un miglioramento ma purtroppo anche ieri le condizioni del bambino di dieci anni caduto nel cantiere di un palazzo di via Donizetti erano molto gravi. Il bimbo è sempre ricoverato in Rianimazione, è ancora in coma e la prognosi resta riservata. I prossimi giorni saranno fondamentali e gli accertamenti diagnostici consentiranno di avere più chiarezza sullo stato di salute del piccolo e sul possibile andamento del quadro clinico.

Ieri in Procura è stato completato il fascicolo dell’inchiesta aperta dal magistrato di turno Giovanni Porcheddu che comprende due filoni investigativi. Nei giorni scorsi la polizia municipale ha sequestrato su ordine del sostituto procuratore la cartella clinica dall’ospedale Santissima Annunziata dove il 23 dicembre è stato annotato il “percorso” sanitario del bambino dal momento della prima visita al pronto soccorso fino alle dimissioni. Quel venerdì sera il piccolo era stato accompagnato in ospedale dai nonni. Aveva dei graffi ben visibili sul collo provocati da un filo d’acciaio che si era trovato improvvisamente davanti mentre correva intorno a una palazzina con altri amichetti. Un filo teso a mezza altezza che lo ha fatto cadere all’indietro per il contraccolpo, lui ha battuto la testa sul marciapiede e, come confermato da un testimone oculare, ha perso i sensi. Poi si è apparentemente ripreso ma il suo collo sanguinava, aveva la nausea e il nonno lo ha accompagnato al pronto soccorso dove, stando a una prima ricostruzione (ma le indagini sono in corso) il bimbo sarebbe stato curato per le escoriazioni e poi dimesso dopo qualche ora. La Aou, come ha confermato due giorni fa il direttore sanitario Nicola Orrù, ha aperto un’inchiesta interna per capire se il personale di turno abbia seguito il protocollo previsto in casi simili.

Una volta tornato a casa il bambino non è stato meglio, anzi, nei due giorni successivi si lamentava, aveva mal di testa, fino ad arrivare a lunedì 26. Il piccolo perde conoscenza, i familiari chiamano il 118, sono momenti terribili, viene intubato e portato subito in ospedale. I medici capiscono che la situazione è molto grave e il bambino infatti viene trasferito direttamente in sala operatoria perché gli accertamenti rivelano la presenza di un grosso ematoma alla testa. Lo operano e da quel momento il piccolo è in coma farmacologico. Uno stato di incoscienza indotto, “artificiale”, come si dice in gergo medico. Necessario in determinati casi e dalla durata imprevedibile. La mamma e il suo compagno non lo lasciano solo un istante, ora dopo ora si attendono buone notizie, sviluppi positivi, i familiari vogliono rivedere gli occhi vispi del loro piccolo, lo vogliono riabbracciare. Il prima possibile.

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