Lavoratori Abbanoa in rivolta «Qui si smantella il distretto»
Il sindaco di Sassari ha incontrato 80 dipendenti del gestore idrico: «Tra il personale c’è malcontento» Sanna scrive a Pigliaru: dirigenti “deportati” e servizi depotenziati, la Regione deve intervenire subito
SASSARI. Problemi tra azienda e lavoratori, aumento dello stato di malattia dei dipendenti e contenzioso legale, trasferimenti per presunte ragioni organizzative ma che incidono sulle famiglie dei lavoratori dal punto di vista economico e affettivo: un'azione che pare disegnare lo smantellamento del presidio tecnico del distretto D6 di Sassari e l'accentramento delle funzioni e attività a Cagliari. Sono soltanto alcuni dei punti emersi a seguito di un incontro a Palazzo Ducale tra il sindaco Nicola Sanna e ottanta lavoratori di Abbanoa. Punti che gli stessi lavoratori hanno riportato in un documento di cinque pagine, al quale sono allegate altre sei pagine di firme, e consegnato al primo cittadino. Il documento è scaturito da un'assemblea dei lavoratori svolta il 23 novembre scorso. Per questo motivo il sindaco di Sassari ha deciso di scrivere al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all'assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda e ai componenti del comitato dell'Egas. Nella lettera il sindaco di Sassari e presidente dell'Egas esprime preoccupazione per il possibile «progressivo smantellamento del distretto D6 di Sassari» che «non può più essere accettato». I lavoratori, nell'incontro con il sindaco, hanno messo in luce una serie di contestazioni all'Azienda, a partire «dall’assenza della pianta organica per verificare gli eventuali posti da ricoprire con nuove assunzioni; di un regolamento sulla mobilità interna, di una graduatoria aziendale (su base regionale) che indichi il personale soggetto a provvedimenti di mobilità interna non consensuale». Punti sui quali il sindaco Sanna, in qualità di presidente Egas, ha fatto sapere che provvederà «a effettuare gli indispensabili controlli e a richiedere tutte le informazioni e i chiarimenti necessari per l’accertamento dei fatti esposti dai lavoratori». Il primo cittadino, quindi, prosegue ricordando che «è inammissibile che si possano sopprimere uffici, attività e servizi importanti nella seconda città della Sardegna dei quali beneficia tutto il territorio del nordovest dell’Isola, uno tra i più vasti d’Italia, dotato di tre grandi impianti di potabilizzazione e due grandi depuratori». «Sassari e il suo territorio devono essere adeguatamente presidiati da Abbanoa sotto il profilo amministrativo e tecnico con operai, impiegati, funzionari e dirigenti, con un’autonomia gestionale e tecnica dei distretti». «Si è di fronte a un problema politico – scrive ancora – del quale Regione, Egas ed enti locali soci di Abbanoa devono farsi carico. Con decisioni ormai indifferibili. Tanto più in relazione alle note disfunzioni del servizio idrico nella città e nei comuni della provincia, dimostrate dalle numerose ordinanze (trenta dal 2014 solo a Sassari) che io stesso e altri sindaci abbiamo dovuto emanare.