La Nuova Sardegna

Sassari

L’addio della comunità a don Tonino

di Gavino Masia
L’addio della comunità a don Tonino

Folla immensa al funerale celebrato dal vescovo Atzei. Commovente omelia del parroco di Cristo Risorto don Murgia

20 dicembre 2016
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PORTO TORRES. «Possa il Signore ricompensarlo per il bene che ha fatto e faremo in modo di mettere in pratica ciò che il suo Maestro ha insegnato a lui e lui ha poi insegnato a noi». Parole di ringraziamento e di speranza che il parroco di Cristo Risorto don Michele Murgia ha detto ieri sera durante l’omelia del funerale di don Tonino Sanna: «Un fratello e un maestro con cui siamo entrati in sintonia già dal primo momento in cui ci siamo incontrati: lui ha detto “A me non piace comandare” e io ho risposto “A me non piace obbedire”, battute ironiche che ci hanno permesso di capirci al volo e di vivere un periodo bellissimo della nostra esistenza». Tanti i ricordi di don Murgia in una chiesa gremita all’inverosimile e con tanta gente rimasta fuori ad ascoltare. Commovente il ricordo degli ultimi giorni di vita del prete maestro di musica polifonica che ha voluto proprio il suo successore in parrocchia a celebrare l’omelia del suo funerale. Ad accompagnare ogni passo della funzione religiosa i Cantori della Resurrezione - gruppo creato 30 anni fa e oggi uno dei complessi corali emergenti nel panorama polifonico nazionale - mentre ad assistere alla messa c’erano i coristi che hanno fatto parte del Coro Polifonico Turritano che il maestro Sanna ha portato ai vertici della polifonia internazionale conquistando premi prestigiosi a tutti i livelli. A presiedere la concelebrazione, il vescovo padre Paolo Atzei - accompagnato dai canonici turritani - che sul filo dei ricordi ha ripercorso i primi anni di conoscenza di don Tonino: «Mi piace pensare a lui senza rubare la tessera biografica che ognuno di voi conserva nella mente, sigillata dal ricordo della vicenda a Porto Torres dopo un anno di viceparroco a Sassari in Cattedrale accanto al grande maestro di musica Aldo Porqueddu. Qui dal 1966 nella parrocchia di Cristo Risorto non è sorta una grande basilica ma quello che lui ha fatto da subito in semplicità e povertà trasmettendo calore e intensità umana insieme a quel filone musicale di cui voi avete goduto con bellissimi concerti a livello nazionale e internazionale».

Testimonianze che raccontano la vita di un prete che ha saputo dare una sua impronta precisa alla parrocchia di Cristo Risorto e che l’ha fatta crescere nel tempo con quella sua caparbietà tipica a cui univa tenerezza e dolcezza nell’affrontare qualsiasi tema della vita quotidiana. «In questi 12 anni del mio episcopato – ha aggiunto padre Paolo – con don Tonino ho avuto dei colloqui bellissimi almeno una volta l’anno, nei quali ho colto la dimensione più vera e più creativa della struttura umana, che è quella della libertà». Dopo la messa tanti applausi e una fila interminabile di persone di tutte le età per dare l’ultimo saluto al parroco, maestro di musica e di vita. Il finale è nelle parole che don Michele Murgia ha postato sul social: «Ciao amico mio: prometto di guardare sempre nella stessa direzione in cui guardavi tu».

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