La Nuova Sardegna

Sassari

Addio al sacerdote che fece amare a tutti la musica polifonica

di Gianni Bazzoni
Addio al sacerdote che fece amare a tutti la musica polifonica

Porto Torres, oggi a Cristo Risorto i funerali di don Sanna Autodidatta, compositore e direttore di fama internazionale

19 dicembre 2016
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PORTO TORRES. Quasi un mese fa, ormai provato dalla malattia era tornato a dirigere i Cantori della Resurrezione, anche se gli avevano consigliato di non affaticarsi. Una sedia davanti al coro fondato trent’anni fa e il maestro seduto, poi la sofferenza in piedi per dirigere l’Ave Maria. L’ultima volta in pubblico di don Antonio Sanna è in quelle immagini che oggi vengono delicatamente consegnate al ricordo. Il prete-musicista si è spento ieri nella sua casa, a cinquanta passi dalla parrocchia di Cristo Risorto che aveva fondato nel 1970. Aveva 84 anni, originario di Bottidda, era arrivato a Porto Torres quando aveva 27 anni, giovanissimo sacerdote, vice parroco a San Gavino. E aveva subito messo in evidenza la sua straordinaria passione per la musica polifonica, sorretta da doti eccellenti che nel tempo lo hanno portato - da autodidatta - a sedere allo stesso tavolo dei più grandi compositori e direttori di coro italiani ed europei. Nel 1959 aveva fondato il Coro Polifonico Turritano che ha diretto per 37 anni proiettandolo verso livelli artistici certificati da decine di premi (sei primi posti ad Arezzo) in competizioni internazionali. Nel 2007 gli è stato consegnato il premio «Una vita per la direzione corale» istituito dal Concorso polifonico internazionale Seghizzi. Non c’era youtube e neppure Facebook, insomma non era così immediata la registrazione di una esibizione artistica, ma certo sarebbe bello oggi - per tutti - rivedere quel piccolo-grande uomo dirigere le sue “Tre danze sarde”, mentre ondeggia e guida il coro a un ritmo che cresce e coinvolge fino a fare scattare in piedi il pubblico, anche quello di fede straniera che non capiva una parola di sardo ma tanto di musica.

Già, la musica insegnata con la fede, senza mai fare invasioni di campo, con un a apertura al dialogo e al confronto ma con una presenza forte, chiara, dettata dalla sua elevata cultura. Ai suoi corsi biblici sono arrivati in tanti, da ogni parte, per nutrirsi della fede cristiana. E la parrocchia di Cristo Risorto è diventata nel tempo un punto di riferimento. Chi ci capitava per caso, capiva subito che dietro quelle “picconate” assestate all’improvviso e che facevano traballare chi si presentava con la corazza fragile del bigottismo c’era il messaggio di un prete che non nascondeva la sua avversione per l’apparato esteriore, per tutte quelle cose che appesantiscono una religiosità che piace tanto a chi professa una fede miracolistica e assai poco alle nuove generazioni. A quei giovani che l’hanno amato e ammirato. Don “Tonino” era uno dalle scelte nette, e quando tagliava era per ricominciare. Così come ha fatto 30 anni fa, nel 1986, con i Cantori della Resurrezione, creati dal nulla e oggi riconosciuti come uno dei complessi corali più interessanti del panorama polifonico italiano. Amava discutere di politica, delle vicende di una Porto Torres alla quale era profondamente affezionato e quando dieci anni fa gli venne concessa la cittadinanza onoraria di “turritano a vita” ironizzò sul riconoscimento augurandosi di trovare posto nel cimitero cittadino. Ma rivolse un appello serio agli amministratori locali: «Non fate morire i Cantori della Resurrezione...».

La camera ardente è stata allestita nella parrocchia di Cristo Risorto dove oggi alle 16, in quella che considerava la sua casa, saranno celebrati i funerali. Dieci anni fa, quando don Sanna celebrò la messa per la morte del regista sassarese Giampiero Cubeddu, al quale lo legava una profonda amicizia, disse: «Il Regno di Dio è vicino, Giampiero ce ne ha dato un saggio...». Ora il prete esempio di tenacia, determinazione e voglia di andare avanti, quello che ha insegnato che “la musica è vita” è partito per un nuovo viaggio lasciando un patrimonio straordinario che fa grande Porto Torres e la Sardegna. Buon viaggio don Sà...

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