La Nuova Sardegna

Sassari

Gli studenti disegnano una città senza barriere

di Gabriella Grimaldi
Gli studenti disegnano una città senza barriere

Alternanza scuola-lavoro: i ragazzi del Devilla in un progetto sulla disabilità Faranno le rilevazioni e i progetti che il Comune realizzerà con fondi ad hoc

17 dicembre 2016
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SASSARI. Una fotografia sulle barriere architettoniche che impediscono alle persone con disabilità anche temporanee di fruire degli spazi urbani in modo corretto. A farla saranno cinquanta studenti dell’istituto Devilla (ex Geometri) scelti per svolgere l’alternanza scuola-lavoro. Il “committente” in questo caso sarà il Comune di Sassari che, alla fine delle rilevazioni e sulla base dei progetti realizzati dagli stessi ragazzi con l’aiuto di due docenti tutor, finanzierà l’operazione con fondi ad hoc.

Ieri mattina nell’aula magna dell’istituto a spiegare il piano agli studenti sono stati da un lato la dirigente Maria Nicoletta Puggioni e dall’altro l’assessore alla Mobilità Antonio Piu e la disability manager del Comune Alessandra Bertulu che con il suo servizio definirà le attività dei gruppi. In squadre da quattro, infatti, i ragazzi che frequentano il quarto anno “batteranno” due zone della città che secondo i funzionari sono più irte di ostacoli per i disabili: l’area a ridosso della piazza Sacro Cuore e il quadrilatero racchiuso tra la vie Amendola, Porcellana, Turati e Rockefeller. Gli studenti saranno impegnati nella verifica della presenza di barriere architettoniche con l’ausilio di schede di monitoraggio predisposte dall’ufficio del disability manager. Le schede saranno distinte a seconda dell’elemento da valutare, cioè edificio, piazza, incrocio, marciapiede. La sintesi dei dati raccolti e le relative considerazioni verranno esposte e discusse in più momenti di confronto con tutti i partecipanti al progetto. Per gli studenti sarà occasione per fare un’esperienza importante di lavoro di equipe multidisciplinare qualificata, nella quale sono rappresentate diverse professionalità e competenze. E poi misurare le proprie capacità in relazione a un tema complesso, cui raramente ci si raffronta in maniera diretta durante il percorso formativo-scolastico, e ancora assumere una mentalità e una capacità di valutazione dei problemi partendo dalla considerazione dei bisogni primari di tutte le categorie di persone, soprattutto quelle più fragili. «Potranno imparare - ha detto la dirigente Puggioni - una metodologia di lavoro applicabile a tutti gli ambiti di vita e di lavoro, che porti alla definizione di soluzioni che tengono conto dei bisogni della popolazione, oltreché acquisire gli strumenti per vivere l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro come esperienza formativa e di crescita personale».

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