La Nuova Sardegna

Sassari

Salvate sei vite con un espianto

di Gabriella Grimaldi
Salvate sei vite con un espianto

Rianimazione eccellenza europea per la donazione di organi: 22 interventi dall’inizio dell’anno

01 dicembre 2016
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SASSARI. La Rianimazione di Sassari si conferma un’eccellenza europea per le donazioni di organi. Risale a lunedì l’ultima eccezionale procedura messa in atto dai medici e dagli infermieri dell’ospedale Santissima Annunziata. Grazie all’espianto di diversi organi di una donatrice di 47 anni deceduta per un’emorragia cerebrale, è stata salvata la vita a sei persone che altrimenti non avrebbero avuto chance di sopravvivenza. Tra di loro giovani e bambini piccolissimi.

Fra l’altro, per la prima volta in Sardegna, le due equipe di Cagliari (all’ospedale Brotzu ha sede il Centro trapianti regionale) e di Bergamo, hanno effettuato lo split-liver: hanno cioè prelevato il fegato dividendolo in due. Il lobo sinistro, il più piccolo è andato nella Penisola per essere trapiantato in un bimbo di appena sette chili mentre la parte più grande ha salvato la vita a una diciannovenne ricoverata al Brotzu. Il fegato infatti è l’unico organo in grado di riprodursi e riformare un organo intero.

Alla sfortunata donna di Sassari sono stati prelevati, dopo il consenso dei familiari che nonostante il dolore hanno scelto di compiere il nobilissimo gesto, anche un polmone, trapiantato a Pavia, il cuore (andato alle Molinette di Torino) e i due reni che sono stati donati a due distinti pazienti uno in Sardegna e uno oltre Tirreno. Per il trasporto del fegato è stato necessario attivare un elicottero dei Vigili del Fuoco che ha “recapitato” l’organo in 50 minuti. «Siamo molto soddisfatti - commenta la coordinatrice locale del Centro di Sassari del Santissima Annunziata Paola Murgia - anche perché nel 2016 le donazioni hanno superato quelle dell’anno precedente. Finora di 22 pazienti in morte cerebrale soltanto per tre c’è stata opposizione alla donazione. Un dato che sta migliorando, forse anche grazie alle campagne di sensibilizzazione effettuate negli ultimi anni». I medici della Rianimazione di Sassari sono responsabili dell’osservazione dei pazienti colpiti da patologie acute. Nel caso in cui intervenga la morte cerebrale scatta la complessa macchina che prevede tutte le analisi per l’idoneità degli organi ad essere trapiantati, il delicato passaggio del consenso dei familiari (in questi casi è prevista l’assistenza di uno psicologo) e l’attivazione delle sale operatorie (il personale è dell’ospedale civile cittadino) perché le equipe in arrivo dai vari centri dove si trovano i pazienti in attesa di trapianto possano procedere all’espianto. Una procedura frenetica che dura poche ore nelle quali si giocala vita di tante persone. E Sassari ha dimostrato ancora una volta di essere all’altezza delle aspettative.

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