La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, bruciò il velo di una suora: pena ridotta a un 20enne

di Nadia Cossu
Sassari, bruciò il velo di una suora: pena ridotta a un 20enne

La Corte Suprema accoglie parzialmente il ricorso del pg annullando la condanna d’appello a 10 mesi

29 novembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Quel giovane munito di accendino e liquido infiammabile è sì colpevole di aver dato fuoco al velo della suora ma le conseguenze di quel gesto – dicono i giudici della Cassazione – devono ritenersi «di gravità incerta». E quindi l’imputazione a carico del ventenne sassarese non è più quella di tentate lesioni personali aggravate, bensì lievi.

E sulla base di un ragionamento giuridico contenuto nelle pagine della sentenza, la corte suprema di Roma ha annullato senza rinvio il verdetto di secondo grado (emesso il 14 luglio del 2015 dalla sezione distaccata di Sassari) che era stato impugnato dal procuratore generale presso la corte d’appello di Cagliari e ha condannato l’imputato al pagamento di 300 euro di multa per tentate lesioni personali. In primo grado gli era stata inflitta una pena di 10 mesi più la misura di sicurezza della libertà vigilata per un anno. Sentenza confermata in appello e impugnata dal pg che aveva chiesto invece l’assoluzione.

I fatti. Il 15 ottobre di un anno fa tre giovani (di 18, 19 e 17 anni) avevano cercato di incendiare il velo di una suora che camminava in piazza d’Armi, a Sassari. I due maggiorenni erano stati denunciati e uno di loro mandato agli arresti domiciliari. Per il 17enne era stata disposta invece la misura cautelare delle prescrizioni. La suora non si era resa conto che i tre giovani la pedinavano da qualche minuto. Ed era talmente assorta nella recitazione del rosario che aveva continuato a camminare tranquillamente anche quando il suo velo all’improvviso aveva preso fuoco. Per fortuna si erano accorti di tutto un militare, la sua fidanzata e un altro passante che avevano raggiunto immediatamente la religiosa riuscendo a spegnere le fiamme prima che fosse troppo tardi. In mezzo a tutta questa brutta storia era finita anche una dodicenne alla quale gli stessi tre ragazzi avevano cercato di incendiare i capelli. Non c’erano riusciti, lei si era spaventata moltissimo e loro nel frattempo avevano cambiato “obiettivo”.

Il 18enne che aveva spruzzato materialmente il liquido infiammabile per poi incendiare il velo della suora era stato giudicato colpevole in primo grado. Il giudice aveva condannato duramente «l’insensatezza del gesto» sottolineandone con forza la gravità. Se quelle persone non fossero intervenute in tempo, la suora avrebbe potuto trasformarsi in pochissimi secondi in una torcia umana. La Cassazione invece dice: «Che una suora riporti lesioni gravi una volta appiccato il fuoco al velo che indossa è un risultato verosimile ma non indefettibile».

Gli avvocati della difesa – Gabriella Marogna e Massimiliano Tore – avevano spiegato che dietro tanta leggerezza si nascondeva un disagio profondo e avevano anche chiesto che il ragazzo venisse sottoposto a perizia psichiatrica. All’esito dell’accertamento il ragazzo era risultato seminfermo: ossia capace di intendere ma non di volere. In appello, dove è stato assistito dalla Marogna, è stata confermata la condanna di primo grado. Poi il ricorso del pg e l’annullamento di quella sentenza senza rinvio.

Ora il giovane sta seguendo un percorso di recupero in comunità che sta dando ottimi risultati. Il ragazzo sta studiando, presto prenderà il diploma e ha anche chiesto di poter parlare con la suora per chiederle scusa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative