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Sassari

Alghero, la Guardia di Finanza rovista tra i rifiuti: appalti nel mirino

di Gian Mario Sias
Alghero, la Guardia di Finanza rovista tra i rifiuti: appalti nel mirino

Blitz delle fiamme gialle per indagare sull’ultima assegnazione. Il servizio, ancora bloccato in tribunale, costerà 60 milioni di euro

27 novembre 2016
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ALGHERO. La Guardia di Finanza rovista tra i rifiuti e gli appalti, di Aimeri, Manuntecoop e Sceas. E mette nel mirino anche l’appalto comunale per la nettezza urbana catalano, con il più grande investimento dell’amministrazione Bruno finisce sotto inchiesta. In particolare, gli investigatori e gli inquirenti starebbero lavorando per venire a capo di alcune stranezze rilevate rispetto alla procedura di assegnazione della gestione del servizio, che costerà alle casse di Sant’Anna una cifra che, tra una cosa e l’altra, supera i 60 milioni in sette anni.

Quello dei rifiuti ad Alghero è ormai il problema dei problemi, e l’indagine in corso – destinata a profilare responsabilità penali intorno alla gestione dell’appalto – rischia di provocare un terremoto. Il blitz della guardia di finanza potrebbe prolungare ulteriormente l’agonia di un servizio che viene gestito in regime di proroga da diversi anni, ma servirà per capire se ci sia davvero, e chi sia, qualcuno che ha remato contro la città e contro gli algheresi, impedendo di fatto che trovi soluzione uno degli ostacoli più gravosi con cui si sono dovute confrontare le ultime quattro amministrazioni, le due commissariali più la giunta guidata da Stefano Lubrano e quella di Mario Bruno, che guida il Comune di Alghero da quasi due anni e mezzo. Il percorso a ostacoli del nuovo appalto per la gestione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti risale al 2012, ma il regime di proroga dell’appalto precedente, gestito da Aimeri, è ancora più datato.

Al nuovo affidamento si lavora in pratica da quando si è insediata l’amministrazione Lubrano. Risale a quel periodo la predisposizione del capitolato di gara e di tutti gli atti preliminari e conseguenti, inclusi i regolamenti per l’espletamento dell’aggiudicazione. Lo scorso anno, dopo varie tribolazioni, il servizio è stato aggiudicato ad Ambiente 2.0, società consortile a responsabilità limitata di cui fa parte anche Aimeri, aggiudicataria del vecchio appalto, che ha gestito la raccolta in proroga sino a pochi mesi fa. Ma sull’aggiudicazione provvisoria e definitiva dell’appalto pesano una serie di ricorsi amministrativi che hanno impedito l’entrata in funzione del nuovo servizio, che in teoria dovrebbe essere adeguato alle esigenze della comunità e di una normativa sempre più puntuale. L’assegnazione ad Ambiente 2.0 era stata contestata dalla De Vizia Transfer, esclusa dalla commissione aggiudicatrice.

Al Tar aveva ricorso anche la Ciclat, sostenendo che Ambiente 2.0 non avrebbe dovuto neanche essere ammessa perché Aimeri, una delle consorziate, «non aveva dichiarato diverse risoluzioni contrattuali con più amministrazioni per gravi errori professionali compiuti in servizi analoghi», come aveva poi sentenziato il tribunale amministrativo regionale della Sardegna, dando dunque ragione alla Ciclat e imponendo all’amministrazione comunale di escludere il consorzio e di procedere a una nuova aggiudicazione definitiva. Di quella decisione dei giudici amministrativi si è avvantaggiata proprio la Ciclat, che nella gara si era classificata seconda. Ma il loro pronunciamento è stato impugnato davanti al Consiglio di Stato da Ambiente 2.0, perciò il nuovo appalto resta al palo. È dei giorni scorsi la notizia di un nuovo rinvio a fine marzo della sentenza d’appello amministrativo. Nel frattempo, paradossi della burocrazia, il servizio è stato prorogato ad Aimeri, che però ha affittato il ramo d’azienda a EnergeticAmbiente, che così è diventata titolare del contratto di proroga col Comune di Alghero.

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