La Nuova Sardegna

Sassari

Femminicidio a Sassari, telefonata choc alla figlia: «Tua madre è lì che brucia»

di Luigi Soriga
Femminicidio a Sassari, telefonata choc alla figlia: «Tua madre è lì che brucia»

I retroscena dell’uxoricidio. Le prime parole a Silvia dopo il delitto: «Vai a vederla, ora sarete contenti». A Claudia, l’altra figlia: «Ho fatto quello che lei mi ha costretto a fare»

12 novembre 2016
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SASSARI. Sarebbe molto più rassicurante semplificare tutto in un raptus di follia. E invece è una morte che fa paura, perché c’è troppa lucidità e troppo poco pentimento: «Ora sarete contenti. Vai a vedere tua madre, è lì dietro che brucia».

Silvia Amadu all’inizio non riesce a realizzare. Il padre l’ha chiamata al cellulare, le ha detto di aver ammazzato la moglie, era agitato, e lei si è precipitata nella casa dei suoi. «Vai a vederla», le ripete. E il cuore dentro batte all’impazzata, martellate che risalgono e pulsano nelle tempie. È il terrore di guardare oltre, come una vertigine: scoprire che tutto possa essere vero.

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Poi Silvia la vede. Un fagotto avvolto da una coperta di fiamme. Ci impiega ancora qualche attimo a capire. Allora guarda bene, ed è un particolare a risvegliarla da quell’incubo e a farla precipitare in una realtà ancora più oscura: dalla coperta infuocata spuntano le caviglie. Sgrana gli occhi, osserva le scarpe e tutto le è terribilmente chiaro. Urla, piange e scappa via.

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Sono le 21, e nella casa restano solo Nicola Amadu e un corpo straziato che si consuma come una candela. C’è un vento affilato, silenzio, un buio denso e stelle lucidate dal gelo. Cinque minuti dopo le sirene dei carabinieri e della polizia illuminano questo spicchio di campagna nera.

Arriva anche l’altra figlia Claudia, lavora all’Ippodromo, è volontaria del 118 e vive nella stessa villa con i genitori. «Mio padre era con i carabinieri – dice – non ho fatto in tempo a parlarci. Ci siamo incrociati solo quando lo stavano portando via in macchina. Gli ho detto: cos’hai combinato? E lui ha abbassato il finestrino: “ho fatto quello che vostra madre mi ha costretto a fare. Voleva distruggere la famiglia e tutti i sacrifici”. Mi ha colpito la lucidità e la freddezza di quelle parole».

Ed è proprio questo che sconvolge. L’aver respirato per quarant’anni accanto a una persona che tutto a un tratto è come se fosse lontana anni luce, sul suo pianeta di lucida efferatezza. Irriconoscibile. «Non è mai stato un padre affettuoso. Ma a me ha sempre portato rispetto. Non ricordo carezze o particolari premure. È sempre stato più presente nelle cose materiali e concrete. Ha fatto sacrifici, ci ha dato a tutti una casa».

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E ancora: «È un uomo profondamente introverso, incapace di comunicare le emozioni e di confrontarsi col dialogo. In questo purtroppo ci vedo molta ignoranza: quando c’era un diverbio, lui reagiva con le urla, e talvolta con la violenza». Con Anna Doppiu erano sposati da 46 anni. «Non è mai stato un rapporto sereno. Da quando ero piccola ricordo sempre litigi e urla. Mia madre era una donna molto debole e remissiva nei suoi confronti. Ha sopportato e ingoiato tanto per tenere unita la famiglia. Quando un giorno le ho chiesto perché avesse aspettato così tanto a decidere di andarsene, lei ha risposto che lo aveva fatto solo per noi».

Qualche giorno fa marito e moglie avevano litigato furiosamente, e le figlie Claudia, Silvia, Roberta e il figlio Stefano avevano cercato inutilmente di mediare. Poi Anna mercoledì è andata dall’avvocato con Silvia. Tornata a casa ha sbattuto in faccia al marito i documenti per la separazione, nero su bianco, e Nicola Amadu ha realizzato che la vita costruita sino a quel momento stava scappando via da sotto i piedi: «Credo che l’abbia fatto impazzire la paura dell’abbandono. Si dev’essere sentito un uomo perso». Quella donna che aveva sempre chinato la testa lo guardava negli occhi con una determinazione sconosciuta. Il suo mondo stava per sbriciolarsi: era in un punto di non ritorno.

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«È un uomo burbero – dice Immacolata Doppiu, sorella di Anna – non è facile rapportarsi. Io ero molto legata ad Anna, e spessissimo andavo a trovarla. Ma preferivo quando lui non c’era. Mia sorella si confidava, tutti sapevamo che non era felice. Ci sono stati dei brutti episodi, ma Anna alla fine ci è sempre passata sopra. Avrebbe dovuto decidersi a lasciarlo già molto tempo fa. Doveva trovare il coraggio prima. Suo marito è sempre stato una persona taciturna, difficile. Ma sinceramente nessuno poteva immaginare che arrivasse a tanto».

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