La Nuova Sardegna

Sassari

Cronaca di un allagamento annunciato

Cronaca di un allagamento annunciato

Proteste a Sorso: sott’acqua gli impianti sportivi dopo che erano stati chiesti interventi al Comune

09 novembre 2016
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SORSO. Un mese fa un acquazzone aveva allagato la struttura sportiva che gestiscono a Sorso e loro per evitare altre sorprese avevano chiesto al Comune di poter costruire un muro per metterla sicurezza dal pericolo inondazione. La risposta non è mai arrivata e domenica pomeriggio sono finiti ancora una volta sott’acqua. È la moviola dell’ennesima disavventura della Cantera, che gestisce un centro sportivo comunale in viale Porto Torres. Domenica pomeriggio un’onda di fango e liquami ha allagato la struttura causando danni per migliaia di euro. In attesa dei lavori di manutenzione, circa 170 allievi della scuola calcio rimangono senza rettangolo di gioco. La società ora punta il dito contro l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Morghen: «Ennesimo danno che si poteva evitare». L’associazione gestisce, già da qualche anno, una scuola calcio che tra i dirigenti ha calciatori del calibro di Michele Fini e Marco Asara. Ma il lavoro viene vanificato ogni volta che piove. La casa della Cantera è nella parte di viale Porto Torres, a pochi metri da dove l’asfalto diventa di competenza della Provincia, la Sp 25. Prima di varcare il cancello di ingresso, bisogna attraversare uno scivolo di cemento che dal piano della strada scende verso la struttura. Pochi passi e davanti agli occhi si presenta un campo da calciotto fiammante. In questo punto un fiume di liquami e fango ha letteralmente scalzato il manto sintetico dal fondo infarcendolo di fango e detriti di ogni genere. Quello che è capitato domenica in viale Porto Torres è un déjà vu. Un mese fa, un acquazzone aveva alimentato il solito fiume d’acqua che poi ha spazzato via il manto erboso. «Chiediamo un aiuto al Comune per risolvere assolutamente la questione del muro di cinta - dice la presidente della Cantera, Serena Camboni -. Si sarebbe potuto risolvere prima e non ci saremmo ritrovati per la seconda volta in un mese questo danno ingente». Ancora una volta, a distanza di un mese, la società dovrà sborsare migliaia di euro per un ripristino che si sarebbe potuto evitare. Eppure aveva chiesto al Comune di chiudere l’accesso incriminato per aprirne un altro in un punto diverso della struttura.

«Subito dopo l’acquazzone dei primi di ottobre - sottolinea la presidente - avevamo chiesto all’amministrazione la possibilità di chiudere l’accesso sul lato di viale Porto Torres per poter individuare una soluzione diversa. Sapevamo che sarebbe bastato un altro semplice temporale per ritrovarci ad avere danni ingenti. E purtroppo così è stato». (s.s.)

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