La Nuova Sardegna

Sassari

Troppi cinghiali, a Porto Conte ripresi gli abbattimenti

di Gianni Olandi
Troppi cinghiali, a Porto Conte ripresi gli abbattimenti

Task-force dopo gli incidenti, gli assalti e i danni alle colture Un piano anche per il contenimento dei daini nella riserva

31 ottobre 2016
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ALGHERO. «In poco tempo, dopo uno stop imposto dal ministero, abbiamo rimesso in moto una macchina complessa che entro l’anno potrà entrare a regime con catture e abbattimenti sistematici e contestuali, ma siamo sicuri che i veri risultati li otterremo con la costanza e la continuità delle nostre azioni». Il direttore del Parco di Porto Conte, Mariano Mariani, risponde così alla emergenza provocata dal gran numero di cinghiali nella Nurra algherese. Numerosi gli episodi di aggressioni a persone e ad animali domestici, incidenti stradali, danni alle colture. Il problema, insomma, c’è ed è serio.

«Ora abbiamo a disposizione un orizzonte temporale più ampio e avvieremo anche quella per il contenimento dei daini» aggiunge Mariani, prima di spiegare che anche la popolazione dei daini nella riserva è superiore almeno di quattro volte alla capacità di mantenimento del parco.

«Non c’è tempo per inutili polemiche, saranno i fatti a parlare – prosegue il direttore del parco –. I cinghiali sono un problema in molti territori. Un fatto è certo: in Sardegna, al momento il Parco di Porto Conte può definirsi un punto di riferimento unico: è stato il primo ad avviare interventi di contenimento dei cinghiali a partire dal 2008 con un piano annuale e due triennali con conseguente riduzione di oltre un migliaio di animali». «Un’attività – prosegue Mariani - che purtroppo è stata interrotta per due anni, proprio nel momento in cui stava dando i migliori risultati, e non certo per volontà del Parco. Oggi l’attività è ripresa e, grazie alla collaborazione di tutto il territorio, siamo sicuri che avrà gli esiti positivi da tutti auspicati».

Negli ultimi 15 giorni sono stati abbattuti nell’area del parco 50 cinghiali secondo le procedure consentite: cattura in gabbia e con arma da fuoco con il coordinamento della Guardia Forestale. Dal 3 ottobre sono attive le gabbie in collaborazione con i coadiutori formati dall’Amministrazione provinciale. Ora a Casa Gioiosa si potranno programmare gli interventi non più per tre anni, ma con un respiro quinquennale nell’ambito di un programma più ampio che riguarderà tutta la Provincia di Sassari. Da novembre sono in azione anche i cacciatori da postazione fissa.

Le gabbie di cattura saranno gestite dai “coadiutori della fauna selvatica”: cacciatori in possesso di specializzazione ottenuta attraverso corsi di formazione. Si interverrà anche nei poderi agricoli su richiesta dei proprietari. Le attività di contenimento prevedono catture di animali vivi che verranno inviati ai macelli autorizzati prevalentemente ubicati negli agriturismo della zona. La filiera, già operativa, consente di recuperare risorse finanziarie che vanno utilizzate sempre per lo stesso scopo di contenimento della fauna selvatica.

Sulle aree più sensibili della penisola di Capo Caccia si opererà solo con le gabbie di cattura in stretta collaborazione con l’Agenzia Forestas. Il tutto con la sorveglianza sanitaria dei veterinari della Asl di Sassari.

«Una macchina organizzativa complessa che si prefigge di ridurre drasticamente i danni alle colture agricole – conclude Mariani - prevenire incidenti stradali e alleggerire i conflitti ecologici che questi animali stanno arrecando al resto della fauna selvatica ma anche alla flora endemica».

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