La Nuova Sardegna

Sassari

La paletta vintage al posto del tagliando

di Luigi Soriga
La paletta vintage al posto del tagliando

Vigile in pensione beccato dalla polizia locale: sul cruscotto uno stemma in disuso da 20 anni. Sanzionati altri 230 illeciti

29 ottobre 2016
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SASSARI. Anche se il cartello davanti non è dei più invoglianti: «Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap», gli stalli per i disabili continuano a fare gola a molti. «Gli automobilisti che ne fanno uso in maniera illecita – dice il comandante dei vigili urbani Gianni Serra – sono più di quanto si possa immaginare. In queste ultime settimane abbiamo svolto dei controlli molto rigorosi e ci siamo trovati di fronte a situazioni veramente incredibili».

La paletta vintage. Viale Italia angolo via Monte Grappa, Fiat Punto parcheggiata dentro le strisce gialle. Gli agenti sbirciano dentro il cruscotto e vedono esposta in bella vista una paletta di quelle in uso alle forze di polizia. Ma qualcosa non convince. Infatti la scritta che riporta recita testualmente: “Comune di Sassari, polizia urbana”. Fanno mente locale, chiedono lumi al comando di via Carlo Felice e arrivano a una curiosa certezza: quella dicitura non esiste più da almeno 20 anni e quella paletta è una specie di cimelio da antiquariato. Così aspettano che il legittimo proprietario torni alla vettura, e l’arcano è presto svelato: si tratta di un ottantenne, che 60 anni fa faceva parte del corpo della polizia municipale, che 21 anni fa era andato in pensione ma aveva pensato bene di tenersi stretta la paletta d’ordinanza. Un piccolo furto dettato da ragioni di nostalgia e affetto, se uno poi la custodisse in casa come una medaglia al valore. Un reato penale punito da 2 a 5 anni di reclusione (possesso di stemmi distintivi contraffatti), se uno quella paletta la riesuma dalla teca e la riutilizza per i propri comodi. L’anziano, naturalmente, è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

Contrassegni fotocopie. Se nell’ultimo anno sono state emesse ben 230 sanzioni per uso improprio dei parcheggi riservati ai disabili (il lettore ottico in uso ai vigili non perdona), significa che le cattive abitudini sono molto diffuse. «Uno stratagemma piuttosto comune – spiega il comandante Gianni Serra – è quello di fotocopiare il contrassegno originale e utilizzare i cloni su altre vetture». C’è addirittura chi ricorre alla formula del 3x1. Un tagliandino regolare per un’auto, e altri due taroccati da replicare su altrettante macchine. Una furbata che talvolta funziona, a patto di non parcheggiare le proprie auto una dietro l’altra. E infatti in una traversa di viale Italia il replicatore seriale di contrassegni è stato beccato proprio per questa ingenuità. Aveva lasciato due auto su due parcheggi gialli adiacenti, ed entrambe esponevano il tagliando disabili con lo stesso identico numero di serie. Da ulteriori controlli da parte degli agenti, è risultato che c’era un altro contrassegno taroccato su una terza vettura. La cosa grave è che il duplicatore seriale non è un semplice sprovveduto, ma si tratta di un ex assessore comunale di diversi anni fa, che avrebbe bisogno di un bel ripassino di educazione civica.

Tagliandi di importazione. In via Napoli un parcheggio libero vale oro e una studentessa fuori sede ha adottato un rimedio fai da te. Si è fatta prestare il tagliando disabili della madre per utilizzarlo nella trafficata Sassari. Peccato che il contrassegno sia diverso e che gli altri disabili se ne siano accorti. E le hanno fatto trovare sul parabrezza un foglietto con il loro disappunto. La ragazza si è rivolta alle forze dell’ordine denunciando minacce e stalking, ma in pratica è come se si fosse costituita per la sua furbata del contrassegno.

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