La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, pagò per incendiare l’auto della sua ex: condannato a 16 mesi

di Nadia Cossu
Sassari, pagò per incendiare l’auto della sua ex: condannato a 16 mesi

L’ex presidente di Promocamera fece dare fuoco alla Bmw della donna che lo respingeva. Sentenza del gup. Altri sei imputati saranno processati con il rito ordinario

27 ottobre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Un’inchiesta che ha coinvolto in tutto sette persone ma tra queste la figura più conosciuta e autorevole è quella di Gianuario Pilo, 57 anni, ex presidente di Promocamera, accusato di stalking e danneggiamento. Secondo la Procura si sarebbe rivolto ad Alessandro Moracini (di 31 anni) perché incendiasse l’auto di una donna che pare lo avesse respinto. Quest’ultima aveva però rimesso la querela nei confronti di Pilo che, difeso dagli avvocati Gabriele Satta e Cristina Mela, ha scelto di affrontare il processo con rito abbreviato. Anche se c’era stata la remissione di querela, per gli atti persecutori si procede d’ufficio se il reato connesso – nella fattispecie il danneggiamento – è ugualmente procedibile d’ufficio. E così per Gianuario Pilo ieri mattina è arrivata la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto due anni e dieci mesi.

Poi ci sono tutte le altre posizioni (per gli altri imputati) per reati che vanno dal furto aggravato alla detenzione di armi. Due filoni d’inchiesta partiti dalla rapina del 2013 alla gioielleria Bartoletti di via Carlo Alberto che coinvolgono persone diverse tra loro.

L’indagine era partita ad agosto di tre anni fa, dopo la rapina da Bartoletti. Da allora si erano sviluppate una serie di attività con gli arresti di diverse persone e due filoni di inchiesta, tra furti e l’incendio della macchina. Del danneggiamento dell’auto della donna (avvenuto a settembre del 2013) – una Bmw custodita nel garage di un palazzo nel quartiere residenziale di via Carlo Felice – devono rispondere oltre a Pilo, anche Moracini (indicato dagli inquirenti come l’esecutore materiale) e la sua fidanzata Marzia Mastino (difesa da Giuseppe Onorato ha patteggiato un anno di reclusione). E poi ancora un dipendente di Pilo, Marcello Pittalis, che era stato incaricato dal datore di lavoro di individuare la persona alla quale affidare la spedizione punitiva: Moracini secondo l’accusa. «La decisione del giudice ci lascia molto perplessi – hanno commentato Satta e Mela, difensori di Pilo – Aspettiamo le motivazioni e poi ricorreremo in appello».

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative