La Nuova Sardegna

Sassari

Abusò dei due bambini della ex: otto anni a un pizzaiolo del Goceano

di Nadia Cossu
Abusò dei due bambini della ex: otto anni a un pizzaiolo del Goceano

Un 45enne è stato condannato dai giudici d’Appello per violenza sessuale. Le vittime avevano sette e undici anni

27 ottobre 2016
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SASSARI. «Mi svegliai e lui non era a letto, lo trovai nudo nella camera di mio figlio». È la drammatica testimonianza di una donna che in aula, nel processo di primo grado, raccontò di quella notte terribile durante la quale l’ex compagno abusò dei suoi due bambini e poi minacciò lei: «Se parli ti ammazzo e poi mi uccido anche io».

All’epoca – era il 2011 – i giudici condannarono l’imputato (di 45 anni) a dieci anni di carcere. Due giorni fa, in corte d’appello, la sentenza di condanna è stata confermata. Non più, però, a dieci anni ma a otto anni di reclusione.

Anche all’esito del processo di secondo grado, evidentemente, i giudici hanno ritenuto che le prove a carico dell’uomo – originario di un paese del Goceano, dove sarebbero avvenuti gli abusi – fossero schiaccianti. C’erano i racconti dei bambini, 11 anni il maschio e 7 la femmina, precisi, circostanziati. Inoltre l’esito della perizia fatta a suo tempo sui due minori non aveva lasciato spazio a dubbi: le loro dichiarazioni erano state considerate attendibili e su entrambi erano chiari i segni di un abuso prolungato nel tempo e subito con terrore.

L’episodio riferito dalla mamma dei due bimbi risaliva al 2006 quando l’imputato era stato arrestato perché accusato appunto di aver abusato sessualmente dei figli minorenni della convivente. La donna aveva conosciuto il pizzaiolo e si era innamorata di lui, si era separata dal primo marito e aveva deciso di trasferirsi nel Goceano per vivere con il nuovo compagno (dal quale in seguito ebbe altri due figli). Poi il dramma, i bambini raccontarono alla mamma che il «padre» abusava di loro. Inizialmente si pensò al primo marito della donna che venne addirittura indagato e poi prosciolto. In seguito gli investigatori capirono che la parola «padre» era invece riferita al secondo compagno, il pizzaiolo appunto. Durante gli interrogatori protetti, gli psicologi, gli assistenti sociali e gli inquirenti ascoltarono dalla voce innocente dei bambini quelle storie di carezze, di abusi, di insistenti attenzioni sessuali. Le parole dei due piccoli erano drammaticamente circostanziate e realistiche.

Poi c’erano tutta una serie di altri elementi forti: la testimonianza della donna (che si è costituita parte civile con gli avvocati Stefano Porcu e Luigi Polano), il sequestro all’imputato (assistito dagli avvocati Giuseppe Masala e Giampaolo Galleri) di un album di foto che ritraevano minorenni e infine una registrazione nella quale una delle due vittime – per la precisione il bambino di 11 anni – si confidava con il nuovo compagno della mamma e gli parlava degli abusi che aveva subito dal pizzaiolo.

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