La Nuova Sardegna

Sassari

Servizio civico a Sorso, chi rompe gli attrezzi paga

di Salvatore Santoni
Servizio civico a Sorso, chi rompe gli attrezzi paga

Nel nuovo regolamento in discussione sono previsti richiami e risarcimenti La consigliera di maggioranza Spanu chiede una turnazione nelle assunzioni

25 ottobre 2016
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SORSO. Bucare un guanto, danneggiare la pinza raccogli-rifiuti, dare una zappata di troppo o mandare in panne il decespugliatore: sono tutte disattenzioni che potrebbero costare caro alle cosiddette estreme povertà. Una punizione è prevista tra le nuove norme del regolamento del servizio civico comunale di Sorso. L’imperizia delle pettorine gialle passerà dal richiamo verbale fino ad arrivare al risarcimento del costo degli attrezzi. Nei giorni scorsi la commissione Servizi sociali ha licenziato la bozza che ora passerà all’esame del consiglio comunale. Nel frattempo, in commissione la maggioranza si è spaccata sulla possibilità di derogare o meno al limite massimo di impiego dello stesso utente (tre mesi) imposto dalla Regione.

La punizione. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Morghen, ha detto basta agli attrezzi rotti o spariti. Come? Con l’articolo 9, quello delle punizioni anti disattenzione. Complessivamente, le norme disciplinari applicabili in caso di violazione delle norme comportamentali sono tre, applicabili per assenze ingiustificate o fatti più gravi. La terza riguarda la punizione per disattenzione. «Nel caso in cui - si legge nel documento - si perda o si rompa l’attrezzatura assegnata per cause imputabili a imperizia o disattenzione verrà fatto un richiamo verbale, dopo più richiami per la stessa causa, il cittadino potrà essere chiamato a risarcire il danno». Ma l’amministrazione salverà i casi di «normale deterioramento dell’attrezzatura dovuto all’uso». Se il decespugliatore si inceppa è imperizia o deterioramento? E se il manico della zappa si spezza? Come venga tracciato il confine tra le due situazioni non si sa.

Lo scontro. Durante la seduta del 7 ottobre scorso, in commissione si è parlato anche del peccato originale del servizio civico: si vedono sempre le stesse facce. Questo nonostante la Regione dica che ogni utente possa farlo per un massimo di tre mesi l’anno. La pietra l’ha lanciata la consigliera di maggioranza Silvana Spanu, che ha sottolineato la necessità di una turnazione «in modo da garantire a tutti, e non ai soliti noti, di poter partecipare alle attività». La presidente della commissione, Raffaela Barsi, ha detto che no, non si può fare perché «qualora l’amministrazione debba terminare un lavoro importante e urgente che richiede una certa figura professionale di difficile reperimento».

La deroga. Il limite verrà superato con fondi comunali. Non per ampliare la platea dei beneficiari, ma per espandere la presenza di certe «professionalità». Lo dice l’articolo 10 del nuovo regolamento: «Qualora sia necessario avviare al servizio civico cittadini aventi requisiti di professionalità, titolo e competenze non disponibili tra i richiedenti, si potrà derogare alla durata trimestrale con copertura in tal caso su fondi di bilancio comunale, fatto salvo eventuale deroga in tal senso da parte della Regione». A storcere il naso, durante i lavori in commissione, c’erano i consiglieri del gruppo Pd, Mino Roggio e Michele Roggio, che hanno parlato di un pericolo di aggiramento della norma sulle assunzioni che, come tale, chiede ben altre procedure di selezione.

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