Il mondo in rosso e blu delle elezioni americane
Il giornalista Rocca ha raccontato i retroscena dello scontro Trump-Clinton È il primo di una serie di incontri al Dipartimento di Scienze politiche
SASSARI. Le elezioni presidenziali americane viste da Sassari non sono poi così diverse da come ce le raccontano gli inviati dei tg e dei quotidiani di mezzo mondo: gli Stati Uniti d’America sono un paese diviso fra blu e rossi. Blu come i sostenitori, chi per forza chi per passione, di Hillary: il Paese democratico. Rossi come i supporter, per disperazione o per passione, di Donald Trump: i repubblicani. Un’America divisa più per necessità che per ideologia.
Un’America che l’8 novembre si prepara a incoronare Hillary Diane Rodham Clinton persona più potente del mondo: presidente degli Usa. Almeno così dicono la stragrande maggioranza dei sondaggi, degli analisti e dei media statunitensi. E così sostiene, con i dovuti avvertimenti, Christian Rocca, direttore di IL, il magazine del Sole24Ore, che ieri pomeriggio ha tenuto una lezione sulle presidenziali americane al Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell'informazione dell'Università di Sassari. Si è trattato del primo di una serie di incontri sull’Election day statunitense dell’8 novembre organizzato dal Dipartimento. Rocca, profondo conoscitore della realtà americana (inviato ed editorialista del Sole 24 Ore, è stato corrispondente dagli Stati Uniti per Il Foglio e autore di numerosi saggi), intervistato dai docenti dell’Università si Sassari, Marco Calaresu e Laura Iannelli, ha spiegato agli studenti come funziona la complicata macchina delle elezioni Usa, come si è arrivati allo scontro finale Hillary-Trump, quali sono le principali differenze fra i due presidenti in pectore e come il “Paese più democratico del mondo” vive la corsa alla conquista della Casa bianca.
Il racconto di Christian Rocca somiglia a un giallo dal finale scontato: c’è Donald Trump, il candidato repubblicano che, cogliendo tutti gli analisti di sorpresa, ha sbaragliato i suoi sedici avversari interni e si è conquistato il ring finale cavalcando il malumore crescente di una larga fetta di elettorato. Un candidato che nel corso della campagna elettorale è più volte inciampato nel razzismo, nel maschilismo e in tutto ciò che è all’opposto del politically correct. E non se n’è mai rammaricato. E c’è Hillary Clinton, ex first lady con il marito Bill alla Casa bianca, ex segretario di Stato con Obama, e pronta a proseguire la guida Democratica del Paese a stelle e strisce.