La Nuova Sardegna

Sassari

Rissa tra migranti e blocco della ex 131, in dieci finiscono in carcere a Sassari

di Gavino Masia
Rissa tra migranti e blocco della ex 131, in dieci finiscono in carcere a Sassari

Parapiglia tra giovani somali e nigeriani nel centro di accoglienza di Li Lioni Per protesta dopo la lite i giovani hanno invaso le due corsie bloccando il traffico

16 ottobre 2016
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PORTO TORRES. Un parapiglia violento tra diverse etnie di migranti all’interno della struttura di accoglienza di Li Lioni ha portato ieri sera all’arresto di 10 persone con l’accusa di rissa aggravata (con sei feriti) e danneggiamento del centro. I migranti sono ora rinchiusi, dopo la decisione del magistrato di turno, nel carcere di Bancali.

Lo scontro è cominciato all’ora di pranzo, tra migranti nigeriani e somali, ed è poi proseguito all’esterno della struttura con una zuffa senza esclusione di colpi. Il responsabile del centro, Cheick Dankha, si è preoccupato della piega che stava assumendo la vicenda e ha chiamato immediatamente i carabinieri, che una volta arrivati sul posto hanno chiesto anche il supporto di due pattuglie della polizia stradale e di altrettante della polizia locale. Dopo aver sedato la rissa – individuando i responsabili per portarli in caserma e sottoporli ad interrogatorio – il resto degli ospiti ha inscenato una protesta bloccando le due corsie dell’ex strada 131. Protesa che ha rallentato decisamente l’andatura delle automobili e che poteva causare incidenti pericolosi (sventati dagli uomini delle pattuglie accorsi sul luogo), per protestare contro la decisione del fermo di alcuni migranti che hanno partecipato alla rissa.

Dopo l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di via Antonelli, da parte del comandante Romolo Mastrolia, i migranti fermati hanno confermato che la situazione di conflitto tra etnie va avanti da diverse settimane per incapacità a convivere pacificamente all’interno della struttura. Una sorta di polveriera tra ospiti nigeriani e somali, pronta a scoppiare per qualsiasi incomprensione banale che accade durante i pasti.

Stando al racconto di Cheick Diankha, proprio all’ora di pranzo c’è stato un primo momento di tensione che ha coinvolto migranti nigeriani e somali: «I primi hanno mangiato regolarmente i pasti uguali per tutti gli ospiti, mentre i secondi non hanno gradito le stesse pietanze che mangiavano i nigeriani».

Una situazione che è andata ad inasprirsi anche a causa delle tensioni esistenti dopo la mancata concessione del permesso di soggiorno richiesto dai migranti del centro di Li Lioni, che vogliono andare via a tutti i costi dall’isola e in cerca di nuove opportunità.

I militari hanno dovuto faticare anche per convincere le donne sedute sul percorso in sulla strada di accesso al centro di accoglienza ad allontanarsi dalla “quatro corsie”e rientrare nella struttura per evitare il rischio di essere travolte dalle auto che quotidianamente percorrono la ex 131.

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