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Sassari

L’apertura della Sassari-Olbia slitta ancora, Anas: entro la fine del 2018

L’apertura della Sassari-Olbia slitta ancora, Anas: entro la fine del 2018

Scadenza posticipata: Delrio e Pigliaru puntavano a chiudere 6 mesi prima. La società replica alle imprese del lotto 1: abbiamo versato quanto dovuto

16 ottobre 2016
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SASSARI. Il giorno della inaugurazione dei primi chilometri il ministro Graziano Delrio aveva fissato al giugno 2018 la data del taglio del nastro, quello vero. Il governatore Francesco Pigliaru si era detto ancora più ottimista: la quattro corsie tra Sassari e Olbia, disse, sarà completata ancora prima del termine previsto. Ma i loro programmi rischiano di saltare. I ritardi sui lavori hanno già fatto posticipare la scadenza di sei mesi. A dirlo è la stessa Anas, che, in una nota, conferma la possibilità che la strada sia percorribile al 100 per 100 «entro la fine del 2018». Sei mesi dopo rispetto alla data annunciata a giugno a Ploaghe. Un ritardo sulla tabella di marcia dovuto al fatto che nessuna delle scadenze fissate è stata rispettata. A partire dal lotto 9, alle porte di Olbia, dove a settembre si sarebbe dovuto smobilitare il cantiere. Invece, i lavori, dopo un forte pressing sull’impresa esercitato dalla Regione con l’assessore Paolo Maninchedda, sono ripresi solo a ottobre. Il che significa che «potrà essere completato e aperto al traffico entro il mese di aprile 2017».

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A rilento anche il lotto 3, tra Oschiri e Berchidda, ma almeno in quel tratto di 12 chilometri i lavori proseguono e si spera ancora di consegnarli tra la fine del 2017 e i primi del 2018. All’appello, però, mancano ancora 4 lotti. Il 5 e il 6, bloccati da tempo, sarebbero dovuti essere riaperti entro la fine dell’estate, ma per ora è ancora tutto in stand by. Stesso discorso per il 2 e il 4, dove in questi anni non si è ancora vista una ruspa all’opera. Anche in questo caso, al di là della procedura per gli espropri del secondo lotto, i cantieri sono fermi. Sui tempi dei singoli lotti l’Anas non si sbilancia, ma si dice convinta che sussista «la possibilità di metterli in esercizio entro la fine del 2018».

Asfalto. Ma sulla Sassari Olbia si registrano problemi anche nella prima parte inaugurata pochi mesi fa, dove per diversi chilometri le 4 corsie sono state dimezzate a causa di un intervento all’asfalto. Ma per la società tutto secondo copione. «Sono in corso di realizzazione, come previsto al momento dell'apertura, i lavori di realizzazione del tappeto di usura drenante nel lotto 7, che saranno finiti entro fine ottobre, compatibilmente con le condizioni meteorologiche».

Codrongianos. Problema quasi risolto invece sulla 131 all’altezza di Codrongianos, dove da mesi in un tratto di carreggiata verso Sassari è stata chiusa una corsia in seguito del ribaltamento di una cisterna carica di gasolio che ha compromesso il manto stradale. «A seguito del mancato intervento di ripristino da parte del responsabile – fa sapere l’Anas – abbiamo attivato la procedura, effettuato la gara per l'affidamento dei lavori, che potranno essere avviati entro la fine di ottobre e conclusi in una settimana circa».

Pagamenti. In attesa, dunque, di avere più certezze sul futuro della 4 corsie, l’Anas non ha dubbi su quello che è il presente: nulla è dovuto alle imprese che hanno realizzato il lotto 1, da Ploaghe ad Ardara, che hanno minacciato di smantellare la strada se non riceveranno quello che chiedono. «Tutti i pagamenti dovuti all'Ati appaltatrice per il cantiere del lotto 1 sono stati pagati, e con estrema puntualità – afferma l’Anas –. Tutti gli stati di avanzamento fino a oggi sono infatti stati liquidati in tempi inferiori a quelli massimi previsti per legge, per un importo complessivo di circa 55 milioni di euro. Le ulteriori somme vantate dall'appaltatore, per 5,6 milioni di euro, attengono a riserve e richieste di maggiori oneri iscritte sugli atti contabili nei termini di legge. Sono già in corso da parte di Anas le procedure per valutarne la congruità delle riserve».

Per la società delle strade la loro iscrizione «non costituisce in alcun modo diritto: la procedura di accordo bonario permette di risolvere bonariamente un contenzioso, ma è una possibilità per le parti, non un obbligo. E non è vero che la Regione ha messo a disposizione tali somme all'Anas perché le "girasse" alle imprese. Le somme sono state stanziate per far fronte a eventuali oneri derivanti dal contenzioso. Ovviamente resta per l'appaltatore la facoltà di rivolgersi al giudice ordinario per il riconoscimento dei propri presunti diritti. Ma dire che Anas sia debitrice e inadempiente nei confronti delle ditte appaltatrici, non risponde palesemente al vero».

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