La Nuova Sardegna

Sassari

A Sorso gara di solidarietà per aiutare una mamma disperata

di Salvatore Santoni
A Sorso gara di solidarietà per aiutare una mamma disperata

La donna aveva chiesto inutilmente aiuto al Comune per comprare le medicine al figlio malato. Nei locali pubblici sono comparsi i contenitori per raccogliere i soldi che salveranno il giovane

07 ottobre 2016
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SORSO. Gara di solidarietà a Sorso per aiutare una mamma disoccupata a curare il figlio malato. Ieri un gruppo di misteriosi benefattori di Sorso si è messo sulle tracce della donna per acquistare le medicine che non è riuscita a ottenere dai servizi sociali del Comune. La storia di disagio di Stefania - l’abbiamo chiamata così - ha fatto il giro della città e in poche ore ha fatto scattare l’abbraccio dei sorsensi. Era capitato qualche anno fa, quando un’altra mamma aveva bisogno di un biglietto per lei e suoi figlia con destinazione il Gaslini di Genova. È successo di nuovo ieri mattina con Stefania e le medicine per suo figlio.

L’incontro è avvenuto ieri pomeriggio nel quartiere popolare. Un uomo di Sorso - che preferisce restare anonimo - fa avanti e indietro tra le case alla ricerca di una certa mamma in difficoltà. Trova il portone giusto, bussa e se la ritrova davanti. Le spiega che no, non deve disperarsi poi così tanto. Le dice che in questo periodo cadono in tanti e che per rialzarsi è necessario aiutarsi a vicenda. La consola e la rassicura. E le fa notare che se il Comune temporeggia non tutto è perduto e che per lei si stanno muovendo in tanti: sul bancone di alcuni bar di Sorso c’è già qualche salvadanaio pronto per racimolare quanto basta per aiutarla. Quando le parla del cuore dei sorsensi, che è grande quanto la Romangia, lei si commuove. Poi senza perdere altro tempo agguanta la ricetta del medico e parte per mettere a punto la colletta che serve per acquistare le medicine al figlio 24enne.

Nei mesi scorsi la donna, che lavora saltuariamente nella stagione estiva, aveva chiesto aiuto ai servizi sociali per ottenere un sussidio in cambio di lavoro. Ha parlato delle bollette arretrate che si accumulano, del lavoro che non arriva mai e della dispensa che si svuota. La sua è una situazione disperata come tante altre in città. E così, Stefania si è ritrovata confinata in una lista d’attesa che si sa come comincia ma mai come finisce. Poi sulla sua vita è passata l’ennesima tempesta e circa dieci giorni fa le è piombata addosso un’altra tegola. Il figlio 24enne, che vive con lei in una casa popolare di Sorso, ha contratto una brutta malattia che va curata subito. Dal Comune la risposta è stata la stessa: c’è da attendere. A quel punto, la donna si è vista abbandonata e ha lanciato un grido d’aiuto che ha scaldato il cuore dei sorsensi e in poche ore ha fatto partire la macchina della solidarietà.

«Sono contentissima - racconta la donna - e ringrazio queste persone per la sensibilità che hanno dimostrato. Con il loro gesto di solidarietà mi hanno tolto un peso dal cuore. A me interessa soltanto che mio figlio possa fare la cura assegnata dai medici in modo da guarire al più presto». E il Comune? «Beh, non si è fatto sentire nessuno. Ma non importa, me l’aspettavo».

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