La Nuova Sardegna

Sassari

Marijuana, in Sardegna boom di coltivazioni e di consumatori

di Claudio Zoccheddu
Marijuana, in Sardegna boom di coltivazioni e di consumatori

L’isola in testa alla classifica dello sballo. Crescono piantagioni e sequestri. Il rapporto Antimafia certifica che la fascia di popolazione che fuma l’hascisc va dai 13 ai 70 anni

26 settembre 2016
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SASSARI. Adesso è un argomento istituzionale. La proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis è arrivata a Montecitorio il 25 luglio ma dovrà tornare in Commissione per l’esame di tutti gli emendamenti. Se ne riparlerà in questi giorni, con la pausa estiva alle spalle e con il disegno di legge da discutere e votare. Sempre che lo scoglio del 1700 emendamenti non sia troppo difficile da superare e che il testo non cada sotto il fuoco dei proibizionisti. Un argomento di stretta attualità, dunque, che non perde la sua priorità nemmeno quando dal Parlamento si passa alla strada, dove la cannabis, e soprattutto le sue infiorescenze, è la star del mercato nero. L’uso di marijuana, e quindi la sua coltivazione e lo spaccio, è un fenomeno in costante crescita che non risparmia la Sardegna. Oltre ad annoverare una foltissima schiera di consumatori, l’isola è anche il luogo ideale per la coltivazione di piante che traggono particolare giovamento dal clima mediterraneo e, sembra uno scherzo ma non lo è, dall’estrema abilità dei coltivatori diretti che se ne prendono cura.

La diffusione. La marijuana è ovunque. Lo raccontano le cronache, costantemente farcite da notizie di maxi sequestri di piantagioni o di partite di droga. Le forze dell’ordine non entrano nello specifico ma per comprendere uno dei fenomeni più diffusi nel mondo dello sballo sono sufficienti i dati anagrafici del consumatore medio riportati tra le righe del Rapporto antimafia dell’anno scorso: la ganja è utilizzata da una fascia eterogenea di persone comprese tra i 13 e i 70 anni. La fuma il ragazzetto in cerca della trasgressione e dello sballo ma la consuma anche l’uomo di mezza età, probabilmente con altri obiettivi. «Circola ovunque perché viene spacciata ovunque, anche davanti ai bambini», spiega Alfredo Fabbrocini, dirigente della squadra mobile della questura di Cagliari

I sequestri. Secondo gli ultimi report sarebbero in calo, anche se l’andamento è altalenante. Nel 2013 erano stati sequestrati 226 chili di marijuana, nel 2014 erano 647 e nel 2015 “solo” 275. Un’impennata c’è stata comunque ed è stata registrata nel capitolo dedicato alla confisca delle piante: 7900 nel 2014 e ben 11mila l’anno dopo.

Le coltivazioni. In questo caso l’erba del vicino non è quella più verde. Anzi. I sardi si sono organizzati immettendo sul mercato ingenti quantitativi di marijuana autoctona. La cannabis può essere coltivata anche all’insaputa dei contadini, magari dentro piantagioni di granoturco. Un fenomeno sempre più preoccupante che, nel 2016, potrebbe far registrare un aumento percentuale impressionante: durante una retata del 5 agosto nella zona di Olbia, i carabineri hanno individuato un campo con 4mila piantine. Una montagna verde che sulla bilancia ha segnato il peso record di 650 chili. Una quantità enorme che avrebbe potuto fruttare qualcosa come 3 milioni di euro.

Gli spacciatori. «Il mercato della marijuana nell’isola è in mano ai sardi», spiega Fabbrocini, «non ci sono scontri tra cartelli locali e stranieri perché la richiesta è così alta da lasciare spazio a tutti. Certo, ci sono canali di rifornimento aperti con l’Albania, per la marijuana, e con il Marocco, per l’hashish, ma la distribuzione è in mando ai sardi». E non è difficile capirne il motivo. Spacciare è deprecabile, pericoloso per le probabili conseguenze legali ma molto redditizio. Nel campo della marijuana un investimento di 400 euro per comprare timer, serbatoi e irrigatori a batteria può fruttarne centinaia di migliaia.

I prezzi. L’erba costa cara. Un grammo può essere venduto a dieci euro ma i consumatori abituali lo trovano anche a 5. Ovviamente, i grossisti fanno altri prezzi perché si occupano di smistarne grosse quantità e un chilo di erba sarda può essere venduto anche a mille euro. «Ma gli spacciatori, genericamente, non hanno solo derivati della cannabis nei loro borselli», spiega ancora Fabbrocini, «piuttosto è più probabile che abbiano anche eroina e cocaina pronte per essere vendute, anche alla luce del sole come capitava nel quartiere cagliaritano di San Michele».

Il principio attivo. Il legame tra la marijuana e l’eroina potrebbe essere più stretto di quello che si pensa. Tra le storie di strada ce n’è una particolarmente preoccupante che racconta di un mix tra l’erba e l’eroina per una nuova droga spaventosa, capace di passare come semplice (per modo di dire) marijuana ma in realtà capace di dare dipendenza dopo pochi tiri. In Sardegna, per ora, non ha lasciato tracce così come mancano quelle dalla marijuana geneticamente modificata. Il Thc, sigla di delta-9-tetraidrocannabinolo, è il principio attivo della cannabis e le percentuali naturalmente comprese tra l’1,5 e il 3% sono state portate fino a picchi del 20%, con conseguenze facili da immaginare. Tra gli effetti, ovviamente, il cambio di classificazione: da droga leggera a droga pesante, perlomeno dal punto di vista scientifico.

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