La Nuova Sardegna

Sassari

Giannico manager a Roma ma scoppia la polemica

di Nadia Cossu
Giannico manager a Roma ma scoppia la polemica

L’ex dg dell’Asl a capo della struttura che vigila sui bilanci della sanità laziale La nomina fa discutere: «A Sassari è stato rinviato a giudizio per falso e abuso»

25 settembre 2016
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SASSARI. La nomina di Marcello Giannico, ex manager della Asl di Sassari, a capo della struttura che vigila sui bilanci della sanità laziale sta sollevando un polverone in alcuni ambienti della capitale. Tanto che della questione si è occupato anche Il Fatto Quotidiano con un articolo che, ripercorrendo le vicende giudiziarie ancora aperte di Giannico nelle aule del tribunale sassarese, sostanzialmente si chiede come e perché Nicola Zingaretti (presidente della Regione Lazio) in persona abbia scelto proprio lui – imputato di falso e abuso d’ufficio – come responsabile dell’area risorse economico-finanziarie della “cabina di regia” della sanità.

L’ex dg della Asl di Sassari fa carriera, dunque, e se dallo staff di Zingaretti fanno sapere (come riporta Il Fatto) «che Giannico non ha condanne e quindi non esiste motivo di inconferibilità», a qualcuno l’affidamento di quell’incarico è sembrato forse inopportuno.

Intanto, nel palazzo di giustizia di via Roma, lo scorso febbraio si è aperto il processo nato dall’inchiesta sull’ “anomalo” bilancio 2010 della Asl di Sassari. A marzo del 2015 il gup Giuseppe Grotteria aveva rinviato a giudizio l’ex manager Giannico, le collaboratrici amministrative Vittoria Pinna e Maria Antonietta Spanedda, Gianfranco Manca, all’epoca dei fatti responsabile del servizio Gestione economico-finanziaria della Asl, e Giovanni Michele Cappai, nel 2010 responsabile del servizio Programmazione e controllo dell’azienda sanitaria. Le accuse: falsità ideologica in atti pubblici, falsità materiale e abuso d’ufficio in concorso.

Al centro delle indagini portate avanti dal procuratore Gianni Caria il controverso bilancio aziendale di sei anni fa chiuso con 880mila euro di passivo dall’allora direttore amministrativo Angela Cavazzuti e poi diventato una voragine di diciotto milioni secondo i conti di Marcello Giannico. Calcoli che per la guardia di finanza e per la Procura sarebbero frutto di debiti nei confronti dei dipendenti, gonfiati ad arte dall’allora direttore generale. Per l’accusa, in sostanza, quel disavanzo clamoroso non è mai esistito e sarebbe stato creato a tavolino per consentire a Giannico di denunciare agli uffici della Regione il rischio di un default, scongiurando così la revoca del suo contratto per avere mancato gli obiettivi fissati nel momento in cui era stato chiamato ai vertici dell’azienda sanitaria. Secondo l’ipotesi accusatoria, la Cavazzuti si sarebbe opposta all’operazione e per questo sarebbe stata prima isolata e poi licenziata.

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