La Nuova Sardegna

Sassari

La posidonia dà lo stop ai lavori dell’Antemurale di ponente

di Gavino Masia
La posidonia dà lo stop ai lavori dell’Antemurale di ponente

Si cercavano reperti archeologici e invece sono venute fuori sterminate praterie sottomarine L’opera da 30 milioni di euro rischia nuovi ritardi. Il senatore Lai (Pd): «Chiesto l’intervento di Delrio»

24 settembre 2016
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PORTO TORRES. Si allungano i tempi di accantieramento della ditta che deve eseguire i lavori dell’Antemurale di ponente – opera strategica, finanziata con 30 milioni di euro, che dovrebbe consentire di rendere agevole l’ingresso e l’uscita delle navi dal porto commerciale – perché durante le ispezioni subacquee sono stati rinvenuti banchi di posidonia. Le ricerche effettuate servivano per individuare eventuali reperti lungo la linea dove andranno posizionati i cassoni per il prolungamento dell’Antemurale, ma le prospezioni archeologiche hanno rilevato soprattutto delle praterie sottomarine che rivestono una notevole importanza ecologica esercitando azione di protezione dellacosta dall'erosione.

Il progetto della struttura portuale dovrebbe quindi essere modificato in virtù di questa nuova scoperta, e rimandato all’attenzione del ministero che a sua volta deve decidere se è necessaria la Valutazione di impatto ambientale prima di dare il via ai lavori previsti. Nel Piano operativo triennale 2016–2018 approvato mesi fa dal Comitato portuale dell’Authority, e poi presentato al ministero delle Infrastrutture e trasporti, assume rilevanza il progetto dell’Hub portuale che prevede il prolungamento dell’Antemurale di ponente ed il taglio della banchina Alti Fondali. Finanziato attraverso fondi Cipe anni fa, con progetto preliminare redatto dal Comune, era stato aggiudicato alla ditta Sales Spa, con sede legale a Roma, che aveva presentato un’offerta con un ribasso del 18 per cento rispetto all’importo a base d’asta.

Le ricerche subacquee di eventuali reperti archeologici erano dunque propedeutiche alla realizzazione dell’Antemurale - anche per eliminare gli alibi delle compagnie navali che ormeggiano nelle banchine del porto civico solo in condizioni di massima sicurezza – e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio aveva svincolato l’investimento da 30milioni di euro auspicando che i lavori partissero prima della fine dell’estate. Lo stesso Ministro, nella visita a sorpresa dello scorso agosto in Capitaneria di porto, aveva incluso questa importante opera portuale tra quelle prioritarie per l’inizio lavori. «Ho chiesto al ministro Delrio di vigilare attentamente – ha detto il senatore Silvio Lai -, perché, dopo le ultime notizie, non vi sopraggiungano ulteriori ritardi sui lavori, auspicando una rapidissima risposta da parte del Governo. Sono lavori essenziali per il porto e non sono accettabili ulteriori rinvii dopo anni di attesa». Si sperava in una inversione di rotta per lo scalo marittimo del nord Sardegna, dopo aver pagato un lungo iter burocratico e continui rinvii, il più delle volte incomprensibili. L’auspicio è che ora il ministero faccia veramente chiarezza sulla tempistica dell’intervento previsto.

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