La Nuova Sardegna

Sassari

Finte assunzioni di stranieri: 22 indagati

di Luca Fiori
Finte assunzioni di stranieri: 22 indagati

Smantellata dalla squadra mobile un’organizzazione che chiedeva tangenti per procurare lavori fittizi a casa di invalidi

24 settembre 2016
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SASSARI. Bastava pagare una tangente, che variava tra 1800 e 4000 euro, per ottenere una finta assunzione con il ruolo di badanti o collaboratori domestici da parte di cittadini invalidi e in questo modo mettersi in regola davanti alla legge in virtù della normativa sull’emersione. Era una vera e propria organizzazione specializzata nella falsa regolarizzazione dell’immigrazione clandestina quella scoperta in città dalla squadra mobile. Gli investigatori, guidati dalla dirigente Bibiana Pala, hanno denunciato ventidue persone tra cui diverse coppie di sassaresi invalidi perfettamente a conoscenza del sistema illegale. A loro, infatti, si rivolgevano senegalesi, bengalesi e pakistani per proporre l’assunzione fasulla di un badante, dietro compenso e pagamento dei contributi all’Inps. I clandestini che aspiravano a mettersi in regola in questo modo - al momento sono stati accertati 15 casi ma si stima siano molti di più - pagavano cifre tra i 1.800 e i 4000 euro.

Le indagini. Le indagini della Mobile sono partite nel 2013 dalla denuncia di una coppia di disabili sassaresi che avevano accettato l’assunzione fittizia di un senegalese, come badante e collaboratore domestico, per il quale però non venivano pagati i contributi all’Inps. Dopo l’arrivo delle ingiunzioni di pagamento da parte dell’istituto di previdenza, i due si sono rivolti alla polizia per presentare una denuncia. Ma anche loro, quando si è appreso che avevano accettato la falsa assunzione, sono stati indagati per favoreggiamento. Grazie alla loro condizione di invalidità i “finti dipendenti” rappresentavano una fonte di agevolazioni per chi li assumeva come badanti o collaboratori domestici. In cambio gli interessati regolarizzavano la propria posizione giuridica in Italia. L’attività investigativa era partita dalla denuncia del 2013. Una coppia di invalidi si era rivolta alla polizia dicendo di essere stata raggirata da un cittadino senegalese e da un suo tramite che ne aveva proposto l’assunzione, fittizia, in cambio di un rimborso spese sotto forma di sussidio per un anno. L’Inps aveva iniziato a sollecitare i pagamenti, mai pervenuti, ed i coniugi avevano protestato col mediatore, anch’egli senegalese, ma in cambio erano stati minacciati di ritorsione se non avessero avallato la posizione lavorativa del loro “dipendente” col personale della Direzione provinciale del lavoro.

Il raggiro. Da lì era emerso il raggiro, che variava da 1.800 a quattromila euro, per avviare l’iter amministrativo. Grazie all’attività di indagine, si è arrivati a scoprire che non si trattava di un caso isolato e che l’attività dell’organizzazione era iniziata già nel 2009. In alcuni casi, per agevolare la regolarizzazione dei lavoratori stranieri, erano state falsificate anche le attestazioni di viaggio o i certificati medici, relativi alla presenza degli stessi in territorio italiano, documentazione necessaria a dimostrare la presenza del cittadino extracomunitario in data antecedente il 2011, come prevede la legge sull’emersione. Tutti gli appartenenti all’organizzazione percepivano denaro: chi procurava i contratti di lavoro, chi contattava i potenziali “datori di lavoro” e questi ultimi perché si prestavano a tale ruolo. Le accuse sono di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e falso in atto pubblico.

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