La Nuova Sardegna

CHIARAMONTI. Pizzi, bottoni dorati e ricami. Corpetti e gonne multicolori. Abiti di diversa foggia e provenienza, da sposa o da vedova, ricchi o di più semplice fattura ma sempre carichi di storia e di significato. Le rappresentanze delle tradizioni e dei paesi della Sardegna hanno sfilato nei giorni scorsi a Chiaramonti in occasione della quinta edizione di “Costhumes e Costhumantzias”, la manifestazione di espressione e valorizzazione della nostra isola organizzata dalla Pro loco di Chiaramonti in collaborazione con la Regione, il Comune, il Coro de Tzaramonte, il gruppo folk Santu Mateu e le associazioni culturali e di volontariato del paese. Oltre 40 i Comuni rappresentati da coppie o gruppi nei preziosi costumi tradizionali del proprio paese: da Chiaramonti a Tula, da Arzachena a Sorradile, da Nulvi, Martis e Sedini a Laconi, Montresta e Foresta Burgos, per citarne alcuni. A spiegare il significato di abiti e colori, nomi e particolari anche quest’anno è stato il linguista e scrittore Tore Patatu che di fronte alla passerella allestita al centro dei giardini pubblici ha snocciolato storie, ricordi e aneddoti. Dopo la presentazione i gruppi hanno sfilato per la via principale per essere ammirati e apprezzati dal numeroso pubblico prima di ritrovarsi ai giardini per un grande ballu tundu. Molti i gruppi che hanno ballato in piazza al suono dell’organetto. Dopo la cena offerta in piazza San Giovanni a garantire l’intrattenimento musicale ci hanno invece pensato il gruppo dei Pentaquark.

Letizia Villa