La Nuova Sardegna

Sassari

Anela, uccide la madre nel letto a coltellate, poi tenta il suicidio

Nadia Cossu
Anela, la casa in cui è avvenuto il matricidio
Anela, la casa in cui è avvenuto il matricidio

Piero Mavuli, 63 anni, ha colpito con fendenti alla gola e al torace la mamma. La vittima Antonia Luigia Dettori, 91 anni, viveva bloccata a letto

23 agosto 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ANELA. Chissà cosa deve essere scattato nella testa di Pietro Mavuli quando, nella tarda serata di ieri, ha impugnato un coltello e ha colpito con una forza inaudita sua madre di 91 anni. Prima alla gola, poi al torace. Si è scagliato contro quella donna così fragile e indifesa nella loro casa di Anela. Subito dopo, forse in un attimo di lucidità, ha puntato la lama contro se stesso e si è inferto sei coltellate. Nessuna mortale. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto lui si è barricato in casa, ha cercato di sfuggire all’arresto ma non ha resistito a lungo: i militari sono riusciti a entrare e lo hanno immobilizzato.

Ora l’uomo, di 63 anni, è ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro. È piantonato dai carabinieri di Bultei. Sua madre, Antonia Luigia Dettori, è morta poco dopo l’arrivo in ospedale, ha perso moltissimo sangue e per giunta, a quell’età, le sue condizioni di salute non erano buone.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.14000565:Video:https://video.gelocal.it/lanuovasardegna/locale/anela-uccide-la-madre-a-coltellate-e-cerca-di-togliersi-la-vita/60495/60800]]

Sulla dinamica di questa tragedia familiare che si è consumata nella periferia di Anela, fino a tarda sera si avevano pochissimi dettagli, nessuna notizia è trapelata dai carabinieri arrivati nell’abitazione per ricostruire la dinamica. In un primo momento si era pensato che Mavuli avesse ammazzato la mamma al termine di una discussione ma questa ipotesi è stata successivamente scartata. Pare infatti che la donna fosse da tempo allettata e che suo figlio – che viveva con lei – avesse qualche problema psichico. Particolare, anche quest’ultimo, che deve ancora essere accertato. In ogni caso è difficile, in una situazione di questo tipo, immaginare che tra i due ci fossero screzi particolari. Prende invece sempre più strada l’ipotesi che l’omicidio sia stato conseguenza di un raptus, senza dunque un movente definito. E nemmeno, al momento, si sa chi abbia avvisato le forze dell’ordine e i soccorsi. La casa nella quale è avvenuto il delitto, infatti, è abbastanza isolata ed è improbabile che qualcuno possa aver sentito le urla e abbia lanciato l’allarme.

Madre e figlio sono arrivati al San Francesco di Nuoro insieme, l’anziana in fin di vita, lui ferito ma non in pericolo. I medici hanno fatto il possibile per fermare quella emorragia devastante ma per Antonia Dettori non c’è stato niente da fare, è morta poco tempo dopo l’arrivo in ospedale. Nel frattempo Pietro Mavuli veniva sottoposto ad accertamenti e medicato. I carabinieri per tutta la notte non si sono allontanati dalla stanza dell’ospedale, sia perché l’uomo è in stato di arresto, sia per scongiurare l’eventualità che potesse tentare ancora il suicidio. Oggi si avranno a disposizione maggiori dettagli che consentiranno di avere una ricostruzione più chiara della dinamica.

I carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Sassari, dovranno stabilire se all’origine del delitto ci sia un movente particolare – e in tal caso le indagini dovranno prendere una direzione ben precisa – o se Pietro Mavuli abbia agito in preda a un momento di follia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative