La Nuova Sardegna

Sassari

Emergenza cinghiali nella Nurra, la cattura selettiva inizia fra pochi giorni

di Pinuccio Saba
Emergenza cinghiali nella Nurra, la cattura selettiva inizia fra pochi giorni

Manca solo l’ufficialità da parte di Regione e Provincia. Il primo provvedimento sarà l’installazione delle trappole

15 agosto 2016
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SASSARI. Prima, poco più di una ventina di anni fa, il problema riguardava quasi esclusivamente gli agricoltori della Nurra confinante con l’area protetta “Arca di Noè”, ora invece le criticità si è allargata all’intera regione nord occidentale dell’isola, con i cinghiali che sono arrivati alla periferia di Sassari. Con tutte le conseguenze del caso, come la loro invadenza nei centri abitati: non temono l’uomo e in città non devono faticare troppo per trovare il cibo. È solo di qualche settimana fa l’aggressione di un cinghiale nei confronti di una donna che stava cenando con la famiglia nel cortile di casa, nella borgata algherese di Maristella. Ma ormai i cinghiali sono una presenza costante in tutte le borgate della Nurra e a Stintino. Una situazione che può essere modificata solo con la diminuzione della popolazione dei cinghiali, cioè con la cattura e l’abbattimento selettivo.

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La scelta. Una scelta approvata anche dai vertici del Parco regionale di Porto Conte, che hanno così concorso alla richiesta di autorizzazione alla cattura dei cinghiali presentata sia alla Regione Sardegna, sia al ministero dell’Ambiente. E questo, spiegano al Parco, è stato l’ostacolo più difficile da superare. Perché, al ministero dell’Ambiente, ritenevano inconcepibile che un “parco”, nato per la tutela dell’ambiente potesse essere d’accordo ad abbattere gli animali selvatici. Tecnici del parco e amministratori locali hanno dovuto faticare non poco per spiegare che la situazione era ben al di là del normale “equilibrio naturale” e che i cinghiali stavano diventando una specie dominante anche perché priva di nemici naturali, con gravi ripercussioni per la piccola fauna e avifauna del territorio.

La cattura selettiva. Manca ancora il via libera “ufficiale” che deve arrivare dalla Provincia, dalla Regione e dall’Ispra, ma il Parco di Porto Conte si sta già organizzando per procedere al prelievo dei cinghiali in eccesso, un migliaio circa. Animali che in questi ultimi due anni hanno fatto razzia di piccoli animali, uova soprattutto di pernice, coltivazioni anche pregiate come la vite i frutteti. Con danni difficili da calcolare. Il Parco di Porto Conte ha già effettuato, anni fa, una cattura selettiva, esattamente come era accaduto nel Parco dell’Asinara. Entro il mese di agosto, spiegava il direttore del parco di Porto Conte Mariano Mariani, si pensa di poter posizionare le trappole mentre a settembre si dovrebbe dare il via libera ai cacciatori. Questo non significa che la Nurra diventerà terra di conquista per tutte le doppiette sarde, ma vuole dire che la caccia sarà consentita solo ai cacciatori con specifica competenza maturata al termine di un corso di formazione che si era tenuto un paio di anni fa.

Il marchio. Il Parco di Porto Conte ha depositato da tempo un marchio di qualità che riguarda tutti i prodotti enogastronomici ricadenti all’interno anche dell’antiparco. E, fatte salve le quote destinate ai cacciatori, il cinghiale “made in Porto Conte” e dintorni (Nurra), potrebbe essere fonte di introito per le casse del Parco. Un marchio già concesso alle imprese agricole e zootecniche e che ora potrebbe esere esteso alla selvaggina. Come accade in molti parchi nazionali d’oltremare.

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