La Nuova Sardegna

Sassari

Un tuffo nel passato a Nulvi: oggi rivive la festa della tosatura

Un tuffo nel passato a Nulvi: oggi rivive la festa della tosatura

NULVI. Oggi, su iniziativa del Gremio dei portatori del candeliere de Sos pastores di Nulvi, verrà riproposto l’antico rito de su tusonzu, la festa della tosatura delle pecore. Un festa che ha...

09 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





NULVI. Oggi, su iniziativa del Gremio dei portatori del candeliere de Sos pastores di Nulvi, verrà riproposto l’antico rito de su tusonzu, la festa della tosatura delle pecore. Un festa che ha origini antichissime e che però la vita moderna e le innovazioni tecnologiche rischiavano di farla scivolare lentamente nel dimenticatoio pur essendo stata in passato un momento molto significativo della vita del pastore che, con questa festa tirava i bilanci annuali della sua attività e condivideva con amici e parenti la raccolta della lana, un tempo un momento centrale per l’economia del territorio.

La tosatura è infatti un’operazione faticosa e particolarmente delicata che richiede maestria per non rischiare di ferire l’animale e recuperare la maggior quantità possibile di lana. Gli invitati alla festa quindi devono collaborare alle operazioni in diversi modi. Su tusonzu si terrà in un antichissimo ovile di Conca Niedda, sulle colline di Nulvi, un luogo ameno e incontaminato dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, intorno alle 10, il gregge viene rinchiuso e le pecore impastoiate. La pecora viene adagiata sul dorso con le gambe legate e con l’utilizzo della speciale forbice di tosatura (su ferru ‘e tundere) viene liberata della lana che renderebbe insopportabile la calura estiva. La lana viene quindi raccolta ed insaccata negli appositi contenitori. Una volta finite le operazioni e prima di liberare le pecore al pascolo si tiene il rito della benedizione del gregge. Tutto si conclude con un lauto pranzo preparato durante la mattinata dai componenti del gremio e dove non potranno mancare i formaggi e le ricotte, gli gnocchetti con il sugo di pecora, su ghisadu, il bollito con patate e cipolle, il porcetto e l’agnello arrosto, né ovviamente il buon vino e i dolci della tradizione. Così come non mancheranno la musica, i canti e i balli sardi e le accese gare di morra che permetteranno ai visitatori di vivere una giornata tra ambiente, tradizione, cultura e ospitalità.

Mauro Tedde

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative