La Nuova Sardegna

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Sassari, le lettere di Antonio Segni a Nixon e Adenauer

di Antonio Meloni
Sassari, le lettere di Antonio Segni a Nixon e Adenauer

Presentato l’archivio dell’ex presidente della Repubblica: un patrimonio storico che sarà a disposizione di tutti

01 luglio 2016
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SASSARI. Tredicimila unità, sei sezioni, più di un secolo di storia nazionale, ma c'è anche tanta Sardegna senza la quale, forse, quei documenti, quei carteggi, quei preziosi appunti non sarebbero mai stati prodotti. L'archivio di Antonio Segni è ora una bella realtà grazie a una meticolosa opera di riordino e inventariazione realizzata da un'équipe di specialisti. Il fondo appartenuto al compianto statista sassarese, presidente della Repubblica dal 1962 al 1964, anno della scomparsa, è stato presentato ieri, nel dipartimento di Storia dell'Università, ospitato nello stesso palazzo di viale Umberto che per tanti fu la residenza della famiglia Segni. Attorno al tavolo c'erano Mario Segni, presidente dell'omonima fondazione, gli storici Manlio Brigaglia e Antonello Mattone, il rettore dell'Università Massimo Carpinelli e il direttore del Dipartimento Marco Milanese.

Quanto sia importante, sul piano storico, l'archivio dell'ex presidente della Repubblica lo ha ricordato in apertura Manlio Brigaglia, che per primo, da addetto ai lavori, dopo la richiesta rivolta direttamente da Mario Segni, ebbe il privilegio di custodire e consultare una preziosa messe di documenti che ricostruiscono tanta parte di storia repubblicana. Nel 2002, la Soprintendenza archivistica per la Sardegna dichiarò il complesso di notevole interesse storico, costituito, per la maggior parte, da documenti riguardanti l'attività politica di governo di Antonio Segni. Ma l'archivio comprende anche memorie, relazioni e atti, nonché un fitto carteggio con le più alte personalità del tempo tra cui Aldo Moro, Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira e Umberto Terracini, nonché capi di stato stranieri come Konrad Adenauer e Richard Nixon.

Il primo lavoro di schedatura analitica, realizzato dal team diretto dallo storico Manlio Brigaglia, creò un'articolazione dell'archivio, in sei sezioni, relative all'incarico ricoperto da Segni, volta per volta, durante la lunga e prolifica carriera politica: “sottosegretario e ministro dell'Agricoltura”; “ministro della Pubblica istruzione e della Difesa”; “presidente del Consiglio”; “presidente della Repubblica”; “Sardegna" e “Varie”. «Al primo versamento - ha spiegato Brigaglia - costituito da diecimila unità, si sono aggiunti gli oltre quattromila pezzi di recente». Il lavoro di riordino e inventariazione, sotto la direzione scientifica di Carla Ferrante, direttrice dell'archivio di Stato di Cagliari, è stato portato a termine con il contributo di Maria Lorenza Murtas e Consuelo Costa che ne hanno curato, rispettivamente, la schedatura e la revisione. Data la grande rilevanza storica nazionale, l'intento degli eredi è quello di renderlo fruibile e metterlo a disposizione degli storici, degli studiosi e di tutti coloro che volessero approfondire aspetti, anche poco noti, della storia nazionale e sarda degli ultimi decenni. Al riguardo Salvatore Mura, dottore di ricerca, autore, per le edizioni Il Mulino, del Diario di Antonio Segni (1956-1964), ha rimarcato quanto sia fondamentale la consultazione dell’archivio per una ricostruzione approfondita di diversi episodi della storia contemporanea, ma anche per un approccio meno superficiale a fatti importanti di cui è stato protagonista il primo presidente della Repubblica di origine sassarese. L'opera di riordino e inventariazione del fondo Antonio Segni è stata avviata, nel 2012, grazie a un finanziamento concesso dalla Regione Sardegna in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. La seconda fase del progetto riguarderà la digitalizzazione del fondo per consentire davvero a tutti di consultare l'archivio, con un semplice clic.

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