La Nuova Sardegna

Sassari

Perito studierà il profilo genetico di Niort

di Nadia Cossu

Il giovane è accusato del tentato omicidio della fidanzata. Il pm incarica lo psichiatra della Franzoni

29 giugno 2016
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SASSARI. Come una donna può rimanere attratta da un uomo con un carattere così violento? In che modo, lui, si presenta alle sue vittime? E cosa può improvvisamente scatenare l’aggressività verso la propria compagna?

Per il sostituto procuratore Paolo Piras il cervello di quel personaggio controverso – si parla di Simone Niort, 19 anni, accusato del tentato omicidio della fidanzata – va studiato da un esperto. E infatti ha affidato l’incarico a Pietro Pietrini, luminare della psichiatria, ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare all’Università di Pisa che tra le altre cose si è occupato della vicenda di Anna Maria Franzoni, nel processo Cogne bis. Allora fece una perizia che stabilì che la donna fosse «genuinamente convinta» della propria innocenza.

Il caso in questione riguarda invece una brutale aggressione che è valsa a Niort un’imputazione per tentato omicidio. Il diciannovenne sassarese era stato arrestato il 13 giugno dai carabinieri per aver picchiato la compagna con un bastone e una spranga di ferro in preda a un raptus di gelosia. La fidanzata di 32 anni era stata ricoverata in prognosi riservata nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale civile, dopo un primo passaggio nel reparto di Rianimazione, vista la gravità delle lesioni. Aveva riportato fratture e contusioni in tutto il corpo dopo essere stata colpita selvaggiamente all’interno dell’appartamento di via Montello in cui la coppia era andata a vivere un paio di mesi fa. Niort era convinto che la fidanzata lo tradisse e per questo l’aveva quasi ridotta in fin di vita. Dopo aver preso visione della cartella clinica, il sostituto procuratore Paolo Piras – che inizialmente aveva accusato il giovane di lesioni gravissime – aveva modificato il capo d’imputazione.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo radiomobile, erano stati i genitori della donna a chiamare il 112, dopo che il giovane si era rifiutato di farli entrare in casa. La trentaduenne, quando la furia di Niort si era placata, aveva composto il numero di casa e chiesto aiuto al padre e alla madre: «Venite a salvarmi, mi sta massacrando». I genitori della ragazza erano corsi in via Montello ma Simone non aveva aperto. Poco dopo erano arrivati i carabinieri e finalmente erano riusciti a entrare. La vittima era distesa sul letto, dolorante e col volto tumefatto per le botte ricevute, la casa era completamente sottosopra. Simone Niort era stato ammanettato e trasferito nel carcere di Bancali dove si trova attualmente recluso.

Ieri mattina al diciannovenne è stato prelevato un campione di Dna che servirà agli esperti per tracciare il suo profilo genetico.

Secondo la Procura, infatti, potrebbe essere proprio la genetica a dare una risposta a quei comportamenti così aggressivi, un risultato che potrebbe aiutare gli inquirenti a definire l’indole della persona. Verranno eseguiti in seguito una risonanza magnetica per catturare le immagini della corteccia cerebrale e anche test psicometrici.

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