La Nuova Sardegna

Sassari

Accattonaggio, quell’ordinanza sbagliata. Sassari ha paura della miseria?

Rita Marras*
Accattonaggio, quell’ordinanza sbagliata. Sassari ha paura della miseria?

Il sindaco Nicola Sanna ha firmato un provvedimento che vieta la richiesta di soldi "molesta" nei luoghi pubblici

25 giugno 2016
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È di qualche giorno fa l' ordinanza del sindaco di Sassari contro l'accattonaggio molesto. Devo dire che mi ha colpito molto. Nei mesi passati, gli amministratori di questa città hanno fatto proposte di stampo prevalentemente repressivo nel cercare soluzioni ai problemi sociali, ma questa ordinanza è senza dubbio la peggiore. E' venuta fuori in contemporanea alla bella manifestazione "Diritti al cuore" e il sindaco ha avuto la faccia tosta di sfilare nel corteo dei diritti per tutti e tutte, qualche ora dopo aver promulgato un atto che alimenta l'intolleranza.

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Nessuno ha reagito, penso che questo sia l'emblema dell'ipocrisia con cui si vive questo tempo. Questa amministrazione, incapace di dare risposte politiche su una infinità di problemi che attanagliano la città, penso all'acqua, ai servizi pubblici, alla mobilità, lavoro, immigrazione e non da ultimo la miseria dilagante, è un'amministrazione in perdita verticale di consenso che cerca di recuperare usando la stessa demagogia di taluni sindaci leghisti del nord Italia.

Questa ordinanza mi ha fatto tornare alla mente alcuni provvedimenti presi in Inghilterra e Francia nel XVII e XVIII secolo quando nelle grandi città europee a causa delle migrazioni "forzate" dalle campagne di migliaia di miserabili in cerca di sopravvivere, si interveniva attraverso gli editti con sanzioni e anni di galera per i rei di vagabondaggio. Erano considerati "colpevoli" della loro miseria e pertanto perseguiti in tutti i modi, c'era addirittura un premio per chi faceva arrestare i vagabondi. Stiamo ripercorrendo le stesse strade, l'Europa che piace al sindaco di Sassari sembra essere quella che chiude le frontiere con il filo spinato, che lascia migliaia di persone a morire di stenti mentre scappano da guerre figlie delle politiche di accapparramento europee e internazionali nuove e di vecchia data. La differenza tra gli editti e le ordinanze sta nel fatto che prima si difendevano gli interessi delle aristocrazie, ora comunità svenate da anni di crisi culturale prima che economica. E allora la criminalizzazione della povertà e l'esclusione dell'altro è l'unica strategia per mantenere il consenso di cittadini spaventati più dal loro futuro che di altro.

I migranti sono in ogni epoca gli elementi più deboli di una società, sono figli delle migrazioni interne all'Europa degli anni 60' come il sindaco, che in iniziative pubbliche si è fatto "vanto" spesso di provenire da famiglia emigrata, rivendicando sensibilità caratterizzate da quella esperienza, ma ora pare avere cambiato idea. Essere figli di terra migrante ci dovrebbe far trovare soluzioni alternative per accogliere poche centinaia di uomini e donne anzichè alzare barricate terrorizzati. Chi arriva qui è gente povera, solo più povera di noi. Ma vedere la povertà, sentirne l'odore è per la classe media insopportabile, e allora si sfila allegramente per chiedere diritti uguali per tutti ma non per tutti, ti si può tollerare se sei nero, giallo o extraterrestre, se hai i soldi, ma non ti si può perdonare di mostrare la tua miseria. Non è elegante è "impattante e degradante" e ci sentiamo in imbarazzo, perciò via dalle nostre strade.

Vorrei che riflettessimo sulla nostre paure, sulla paura della miseria che ti si piazza davanti agli occhi quando si incontra per strada un giovane nero che ti chiede una moneta e niente più, su quanto ci sentiamo "molestati" o piuttosto vulnerabili da quel gesto. Eppure riserviamo feste e tappeti rossi a sceicchi e multinazionali che vengono a spolpare le nostre carni, ma non riconosciamo le comunità di destino che arrivano da oltre mare.

Mi spiace sindaco, ma la sua ordinanza la rimandiamo al mittente e non ci stanchiamo di chiedere politiche serie di accoglienza e lotta all'eclusione anziché fomentarla.

*Per il comitato spontaneo di cittadini per il centro storico

 

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