La Nuova Sardegna

Sassari

Imprenditori di Chilivani: «Contrari all’ecomostro»

di Barbara Mastino
Imprenditori di Chilivani: «Contrari all’ecomostro»

Ancora proteste per il via libera a un impianto di riciclo di carcasse animali Gli abitanti temono l’ulteriore inquinamento della zona e i possibili miasmi

16 giugno 2016
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OZIERI. Non si placano gli animi dei residenti di Chilivani dopo la notizia del via libera dato dalla Regione alla costruzione, nella ex sede della Convesa, di un impianto di trasformazione di sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano. Alla protesta degli abitanti, che a breve si riuniranno in un’assemblea aperta a tutta la popolazione, si aggiunge ora anche quella dei titolari delle diverse aziende che orbitano nel territorio. Attraverso un portavoce, gli imprenditori fanno sapere di essere contrari alla costruzione di un nuovo “invasivo” impianto di trasformazione di rifiuti, ancorché biologici, e protestano temendo «che questo nuovo mostro, che ha tutt’altro che dell’ecologico, renda l’ambiente della zona industriale, e non solo, ancora più invivibile di quanto non sia già». Gli imprenditori e i loro dipendenti si uniscono alla protesta lamentando in particolare «l’aria già irrespirabile, soprattutto per i miasmi che provengono dall’impianto a biomasse» e loro volta si oppongono alla realizzazione di una nuova attività simile. Ciò con il sostegno dei residenti, che ricordano che a Chilivani hanno sede anche imprese di produzione alimentare. Nel frattempo della questione si è fatto almeno un breve accenno nell’ultima seduta del consiglio comunale, grazie a una segnalazione del consigliere di maggioranza e presidente della commissione comunale Sanità Bruno Farina, che ha presentato in sede ufficiale le ragioni dei residenti di Chilivani eccependo a sua volta dubbi sulla sostenibilità del progetto ma anche sulla procedura della sua approvazione. Il consigliere ha ricordato come già un paio d’anni fa erano stati chiesti chiarimenti alla Regione e all’impresa che dovrebbe realizzare l’impianto ma che poi «da quel momento in poi è caduto il silenzio, cosa che ci aveva fatto pensare che il progetto fosse stato abbandonato». Il fatto che ora esso sia stato approvato dalla Regione ha fatto suonare nuovamente il campanello d’allarme ed è pertanto necessario, ha detto Farina, «che il Comune, che pure ha competenza unicamente in materia urbanistica, intervenga e non si renda complice di questo silenzio. A questo scopo - ha aggiunto - come commissione sanità abbiamo deciso di chiedere immediatamente chiarimenti alla Regione e alla società in modo che tutti coloro che hanno obiezioni in merito possano comunicarle nella giusta sede». La prima eccezione è sulla classificazione tecnica, poiché a quanto pare non si tratta di un impianto che produrrà energia ma solo di quello che i residenti di Chilivani definiscono un «gigantesco inceneritore di carcasse».

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