La Nuova Sardegna

Sassari

Alghero, sosta sulle strisce: i vigili lo multano e gli controllano i soldi

di Luigi Soriga
Alghero, sosta sulle strisce: i vigili lo multano e gli controllano i soldi

L’episodio è accaduto sabato scorso in una via di Alghero: «Mai subita una umiliazione del genere in vita mia»

11 giugno 2016
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SASSARI. La storia è questa: un tipo parcheggia l’auto sulle strisce, i vigili urbani lo beccano e gli fanno il verbale. Ma la discussione tra automobilista e agenti è tesa, e a un certo punto accade un fatto piuttosto singolare. Uno dei vigili non si limita a chiedere la patente di guida, ma vuole l’intero portafogli. All’interno ha notato una mazzetta di contanti da 700 euro e vuole controllare che non siano falsi. Quindi prende le banconote, le sfoglia una per una, le conta e poi le restituisce. L’automobilista è basito: «In vita mia – dice – mai avevo subito una umiliazione simile». C’è abuso di potere o troppa scrupolosità nei controlli? La linea di confine è molto labile, e ora la palla passerà al sindaco di Alghero Mario Bruno, che dovrà valutare la condotta del suo vigile urbano.

Infatti l’episodio è accaduto sabato 4 giugno, ad Alghero, alle 12,30 in via La Marmora. L’automobilista è un imprenditore sassarese, che ha scritto una lettera di protesta all’amministrazione comunale e al comandante Calzia. E non è escluso che sporga anche una formale denuncia in Procura.

Dice il sindaco Mario Bruno: «Le due versioni, quelle dell’agente e quella del signore multato, in alcune parti sono divergenti. Al momento non sono in grado di valutare chi abbia ragione, e stiamo approfondendo. Ciò che io chiedo alla polizia municipale è determinazione , soprattutto sui reati ambientali, ma anche buon senso e delicatezza nell’approccio con i cittadini».

I vigili, nella loro relazione sull’accaduto, hanno giustificato il controllo monetario in questo modo: abbiamo visto una Porsche sulle strisce, il conducente ha subito manifestato un atteggiamento aggressivo, nervosismo ingiustificato e scarsa collaborazione. Quando ha esibito la patente, il documento era in mezzo a una mazzetta di contanti. L’auto non risultava intestata a lui, ma a una società. Ha dichiarato prima di essere un avvocato, e poi si è corretto asserendo di essere un imprenditore. Alla luce di queste ambiguità abbiamo voluto controllare che i soldi in suo possesso non fossero falsi. Invece l’automobilistà sostiene di aver subito un vero e proprio abuso: non avevano alcun motivo per contarmi i soldi in tasca. Io sapevo di avere torto per aver parcheggiato male l’auto, e non avrei avuto nulla da ridire sul verbale. Ma un simile trattamento non lo accetto e chiedo che nei confronti di questo vigile vengano presi provvedimenti».

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