La Nuova Sardegna

Sassari

Luca, 8 anni, viaggio della speranza senza ritorno

Luca, 8 anni, viaggio della speranza senza ritorno

È morto il bambino di Porto Torres malato di leucemia. Era stato trasferito al Gaslini con un volo speciale dell’Aeronautica militare

05 giugno 2016
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SASSARI. Ci sono battaglie che anche se le combatti con tutte le forze e i mezzi a disposizione non riesci a vincerle. E poi tutto ti sfila davanti agli occhi assurdo e incredibile, soprattutto inaccettabile. Perché resterà sempre innaturale per un padre e una madre, per chiunque, la morte di un bimbo di 8 anni.

Luca l’ha combattuta la sua battaglia, la più difficile che gli potessero chiedere ora che la sua vita stava appena cominciando. Ma non ce l’ha fatta, il suo cuore si è fermato nella notte tra venerdì e ieri, nel lettino dell’ospedale Gaslini di Genova, dove un volo dell’Aeronautica militare - uno di quelli che solitamente vengono chiamati «della speranza» - l’aveva accompagnato per guadagnare tempo e cercare di abbattere la forza di quella malattia che non voleva mollare un attimo. Leucemia fulminante, un male comparso circa quattro mesi fa, quando a tutto puoi pensare tranne che vedere un bambino soffrire così. A Porto Torres la famiglia, i parenti, gli amici, gente comune, anche quelli che non conoscevano Luca hanno cominciato a fare il tifo per lui. Un pensiero fisso, tutti i giorni. E gli scout, hanno creduto sino alla fine che quel “fratellino” potesse vincere la battaglia.

Ieri, nelle prime ore del mattino, quando la notizia è circolata con tutto il suo carico di dolore e di rabbia, in tanti hanno provato a rispedirla indietro. «Non ci credo, non ci voglio credere...», hanno risposto. Poi sono cominciati i messaggi, a centinaia sui social, tra i primi quello dell’Aeronautica che aveva curato il trasferimento d’urgenza di Luca da Alghero fino a Genova, per cercare quel miracolo che stavolta non è arrivato e per il quale aveva spinto idealmente tutta la Sardegna. «Dopo l’ultimo volo della speranza con il C-130 dell’Aeronautica militare, un angelo è volato in cielo per sempre e veglierà sulla nostra Sardegna. Un abbraccio a nome dell’Aeronautica ai suoi cari genitori...».

Il cappello che sembrava gigante su quella testolina, gli scarponi, bermuda, maglietta verde e fazzoletto al collo, sguardo fiero e allegro, era uno scout Luca. E ieri la grande famiglia l’ha salutato alla sua maniera, con l’urlo della sua Muta: «Rosso già sulla vetta, chi caccia ci rispetta».

Impossibile utilizzare parole di fronte a un dolore così grande, per esprimere i sentimenti di tutti: dirigenti, capi, lupetti, esploratori, rover e genitori. I messaggi sono tanti, arrivano da ogni parte, diretti al padre e alla mamma di Luca, a Gavino e Tiziana. É un grande abbraccio di gente che non sa cosa dire, non trova parole ma prova comunque a fare sentire l’affetto e la vicinanza in un momento così lacerante.

Nel nome di Luca si sono fermate tante iniziative: il concerto della scuola (spostato), la musica e gli appuntamenti programmati nel fine settimana a Porto Torres. Silenzio e rispetto per questo “lupetto” che già guardava avanti, che voleva crescere e fare tante cose oltre a quelle che già aveva cominciato ad apprezzare. Luca ha combattuto con la forza di un adulto, perché voleva farcela, vincere un male che si prende in modo barbaro anche i bambini. Senza alcuna pietà. Stavolta la sconfitta pesa troppo, e lascia tutti più fragili, vuoti e senza forze. (g.b.)

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