La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres si prepara per i profughi

di Giovanni Bua
Porto Torres si prepara per i profughi

La nave attesa per oggi è stata dirottata in Calabria, ma l’allerta resta massima: altri migranti potrebbero arrivare domani

29 maggio 2016
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SASSARI. Non sbarcheranno a Porto Torres i 600 profughi attesi questo pomeriggio dopo essere stati ripescati nelle acqua di fronte alla Libia durante la gigantesca operazione di salvataggio in corso da giorni. Il tragitto (oltre 45 ore di navigazione) sarebbe stato troppo lungo per il rimorchiatore spagnolo che li aveva raccolti e alla fine il ministero ha deciso di dirottarli verso Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Ma l’allerta è massima, e informazioni e disposizioni cambiano di ora in ora.

Quel che è certo è che l’ordine è di tenersi pronti. E anche ieri per tutta la giornata si sono seguiti tavoli tecnici e di coordinamento a tutti i livelli: in prefettura a Sassari e del Coc a Porto Torres. Il livello di mobilitazione è massimo, e non è improbabile che alla fine nel nord dell’Isola una nave arrivi. Forse un mercantile di Medici senza frontiere, il Dignity I, con a bordo 250 profughi. Notizia anche questa non confermata, con il grosso supply che nella tarda serata di ieri ancora navigava nel triangolo tra Malta, Lampedusa e Pantelleria, evidentemente ancora impegnato nelle operazioni di salvataggio dei profughi, e che quindi difficilmente potrebbe raggiungere il nord-ovest della Sardegna prima di lunedì in tarda mattinata.

Quel che appare chiaro è che comunque Porto Torres sarà chiamata a dare il suo contributo. Più che per effettiva comodità (in realtà è uno dei porti più lontani dal teatro delle operazioni) per aprire un canale che inevitabilmente rimarrà attivo durante un’estate che si annuncia calda. Alleggerendo dalla pressione il capo di sotto dell’Isola. E rimandando l’ingresso in gioco di Olbia, ritenuta meno idonea per una serie di motivi, che vanno dalla recente alluvione alle elezioni amministrative in corso, finendo con l’apertura della stagione estiva ormai alle porte.

Stagione che inizia anche a Porto Torres, che però è pronta a mettere a disposizione l’ampio spazio del porto industriale, con il molo Asi1 che ieri è stato più volte ispezionato per decidere dove montare il campo di prima accoglienza, nel quale i migranti saranno accolti, curati, identificati, e infine imbarcati nei pullman e smistati nelle strutture di tutta l’Isola.

Impossibile tirarsi indietro: basti pensare che in soli sei giorni sono arrivati oltre 16mila profughi, raccolti con ogni mezzo al largo delle coste siciliane. Oltre settanta i morti, e un’emergenza che, se non arriverà a breve un accordo con la Libia, non calerà di intensità. E che inevitabilmente, e giustamente, arriverà anche nel nord dell’Isola, chiamato, come tutti, a fare la sua parte.

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