La Nuova Sardegna

Sassari

Atti di vandalismo a scuola denunciati due minorenni

di Barbara Mastino
Atti di vandalismo a scuola denunciati due minorenni

Ritrovato nel cortile di una casa il cavo di un pc rubato nell’istituto di Punta Idda Entrambi incensurati i ragazzi al centro delle indagini della polizia

21 maggio 2016
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OZIERI. Due minorenni sono stati segnalati alla Procura della Repubblica come presunti autori del raid vandalico compiuto di recente nel caseggiato scolastico di Punta Idda. I ragazzi, coetanei e incensurati, sono stati denunciati dalla polizia che aveva avviato le indagini e intensificato la vigilanza dopo i gravi atti di vandalismo verificatisi negli ultimi mesi in città.

L’ultimo in ordine di tempo è, appunto, quello che ha interessato la scuola media (ex elementare) di Punta Idda, dove sono stati compiuti gravi danneggiamenti ed è stato anche sottratto un computer portatile. Nell’ambito delle indagini gli uomini del commissariato di polizia di Ozieri hanno ritrovato materiale riconducibile a quel furto (più precisamente, il cavo di alimentazione del pc portatile) nel giardino di pertinenza della casa della famiglia di un minorenne di Ozieri.

Il giovane, incensurato, è stato pertanto denunciato all’autorità giudiziaria insieme a un coetaneo già individuato come suo presunto complice. La Procura della Repubblica presso il tribunale per i minori ha delegato alla polizia le indagini per verificare i fatti e l’eventuale concorso di ulteriori complici.

Le indagini della polizia porterebbero a confermare quello che in tanti sospettavano già da tempo, ovvero che gli autori di alcuni dei gravi atti vandalici perpetrati negli ultimi mesi in città (tra questi, quelli ai danni della scuola di Punta Idda) sarebbero giovanissimi che, senza destare il minimo sospetto – men che meno nelle loro stesse ignare famiglie –, si sono resi responsabili di gravi reati (furto, violazione di domicilio, danneggiamento, ricettazione e quant’altro).

Reati che troppo spesso vengono sottovalutati e interpretati dagli stessi ragazzi come “giochi”, come “bravate”, pur se, in realtà, hanno pesanti ripercussioni dal punto di vista penale e inoltre arrecano gravi danni alla collettività, perché comportano importanti costi economici. Sono inoltre il segnale di un evidente malessere sociale. La noia e la solitudine, purtroppo, portano i ragazzini - e non solo - a compiere queste cosiddette “bravate”. Probabilmente occorrerebbe un occhio più attento per riconoscere, dietro a queste spavalderie, un disagio che chiede a gran voce l’attenzione degli adulti e, in generale, di una società distratta che non dà quello che questi ragazzi vorrebbero avere o dare.

A questo ha pensato, per esempio, l’associazione Possibilmente, che dopo i danni subiti nella sua sede a San Nicola ha invitato gli autori del blitz (e comunque i giovani in generale) a farsi avanti da protagonisti - stavolta in positivo - per collaborare alle attività della Onlus, che si occupa di organizzare iniziative di aggregazione per soggetti disabili. Appello caduto nel vuoto, come si è visto successivamente.

Nel frattempo, comunque, si sono intensificate le attività della polizia, che dopo i gravi fatti accaduti soprattutto nel mese di aprile ha moltiplicato i controlli sul territorio, in particolare nei siti maggiormente presi di mira dai teppisti (Pinceto, parchi pubblici, strutture sportive e di aggregazione), e che sta ormai stringendo il cerchio con indagini che si auspica vengano accolte con favore da una comunità che già in varie occasioni si è espressa con toni di accesa condanna nei confronti di questi atti.

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