La Nuova Sardegna

Sassari

A Bonorva speranze per la riapertura della casa di riposo

di Emidio Muroni
A Bonorva speranze per la riapertura della casa di riposo

L’istituto gestito dalle suore manzelliane è chiuso dal 1996 Trentanove camere già pronte per ospitare gli anziani

19 maggio 2016
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BONORVA. Pur con tanti se... e altrettanti ma... stavolta la Casa di riposo per anziani, meglio nota come “Ricovero Bichiri”, nel prossimo autunno riaprirà i battenti. Situata nel bel mezzo del centro storico, in via Cugia, a due passi dalla piazza e confinante con la parrocchiale Santa Maria, circa vent’anni fa, nell’ottobre del 1996, era stata chiusa per consentire l’ammodernamento e ampliamento dei locali nei quali erano ricoverati numerosi anziani di Bonorva e provenienti dai diversi centri dell’isola. L’istituto era gestito dalla Congregazione delle suore del Getsemani (le Manzelliane), con sede a Sassari. Fu aperto intorno al 1940, grazie ad un lascito, avvenuto nel 1938, delle sorelle Bichiri, figlie di un medico, Antonio e di Rosa Dussoni, che si erano già distinti per lo spirito caritatevole, la grande umanità e l’amore per il proprio paese. Lo scopo era di offrire un alloggio e un pasto caldo ai tanti poveri che in quei tempi erano presenti in paese. Le suore, con la trasformazione dell’edificio principale, con fronte su via Cugia, circondato da un bel giardino e ingresso anche da via Azuni, e l’acquisto di alcuni stabili vicini, realizzarono una struttura piuttosto ampia e dotata dei principali comfort nella quale, per circa cinquant’anni, hanno trovato ospitalità ed adeguata assistenza non solo tanti poveri ma anche persone sole, disagiate, autosufficienti o parzialmente autosufficienti, provenienti da diversi centri della Sardegna. L’impegno delle suore, che per anni si sono dedicate, con encomiabile dedizione, alla gestione del ricovero e alla soluzione dei numerosi problemi quotidiani, vent’anni fa ha però trovato un ostacolo nelle mutate condizioni di vita e nelle nuove regole, sicuramente più rigide ma anche più corrette, per la garanzia della sicurezza e l’utilizzo delle strutture. Seguì il trasferimento dei ricoverati in altri istituti e iniziarono i lavori d’ampliamento, ammodernamento e messa in sicurezza dello stabile. Il vecchio edificio fu sostituito da una nuova struttura, bella e funzionale, che ora ha la disponibilità di ben trentanove camere, tra singole e doppie, complete di bagno in camera, servizio telefonico e televisivo, ma, da qualche tempo vive un momento di stasi… e silenzio. Ora però, grazie alla disponibilità dell’Istituto Suore del Getsemani, proprietario dell’immobile, e della cooperativa sociale “Croce Sarda Bonorva”, fondata nel 2011, che ne ha assunto regolarmente la gestione, nei prossimi mesi, dopo alcuni lavori di adeguamento, sarà riaperta e troveranno così un’adeguata risposta le numerose richieste sia degli anziani e dei loro familiari sia delle aspettative occupazionali, senza considerare le importanti ricadute economiche dell’indotto. Dovrebbe quindi concludersi in modo positivo l’iter di una pratica lunghissima e travagliata, una pratica che la coop vuole concludere al più presto. Si pensi che attualmente oltre novanta anziani di Bonorva, non autosufficienti, sono ospitati in altre comunità presenti nei centri vicini.

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