La Nuova Sardegna

Sassari

Tagli ai disabili di “Ritornare a casa”

Tagli ai disabili di “Ritornare a casa”

Dal primo maggio il Comune non eroga la quota per l’assistenza domiciliare e batte cassa in Regione

05 maggio 2016
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SASSARI. «Con riferimento al progetto finanziato nell’ambito del programma “Ritornare a casa” la informiamo che questa Amministrazione, a partire dal prossimo mese di maggio 2016, non sarà più in grado di garantire la copertura della quota a proprio carico, pari al 20 per cento del finanziamento ordinario assegnato». Parole che sono pesate come un macigno quelle contenute nella lettera raccomandata inviata dal Comune a casa di una giovane disabile, in stato vegetativo. Lettere che hanno raggiunto e stanno raggiungendo altri pazienti non autosufficienti che avevano trovato un’alternativa al ricovero in strutture sanitarie grazie al programma regionale “Rac” e ai quali è stato falcidiato il contributo per l’assistenza domiciliare.

C’è molta amarezza in queste famiglie dove le difficoltà e i sacrifici per assistere i propri cari, malati gravi e anche terminali, sono quotidiane. Tutta da rivedere l’organizzazione familiare, il faticoso gioco di incastri che prevede turni di assistenti e badanti per essere sempre presenti alle necessità di persone non autosufficienti. Ora quei turni devono subire tagli, nè più e nè meno come quelli operati da Palazzo Ducale. E sono anche posti di lavoro che vengono persi.

Al Comune avevano annunciato le ristrettezze di bilancio, e la necessità di dover stringere la cinghia. «Però finisce che a pagare sono sempre i più deboli – commenta amareggiato il padre della giovane disabile –. Mia figlia godeva di un finanziamento pari a ventimila euro all’anno, il massimo previsto vista la sua situazione. Con la riduzione del 20 per cento perderemo 4mila euro da destinare alla sua cura. E cosa sono 4mila euro di fronte a quanto costerebbe alla collettività un ricovero in una struttura pubblica o convenzionata?». Già. Il Comune non a caso sta informando l’utenza di «aver evidenziato alla Regione le proprie difficoltà, chiedendo un intervento dell’assessorato regionale alla Sanità per far fronte a tale situazione». Quindi il Comune sta battendo cassa e infatti fa sapere «che qualora dovsero arrivare risposte positive dalla Regione, ne darà immediata comunicazione».

Il programma “Ritornare a casa” dalla sua istituzione ha consentito di garantire l’assistenza domiciliare a pazienti non autosufficienti in alternativa alla ospedalizzazione. Un’alternativa per persone che da una lunga degenza possono avere più svantaggi che vantaggi. Ma tutto l’impianto della assistenza ai disabili è da tempo sotto attacco. Basta vedere le battaglie fatte dalle associazioni per la legge 162 (i cosiddetti piani personalizzati) e per la legge 20, i cui fondi non vengono distribuiti da mesi. La giovane in stato vegetativo tra pochi giorni compirà gli anni. Lei e la sua famiglia avrebbero voluto ricevere un regalo diverso.

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