La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, dalla fondazione Dinamo tremila pizze agli indigenti

di Andrea Sini
Meloni e Sardara
Meloni e Sardara

Iniziativa benefica della istituzione “biancoblu” guidata da Carlo Sardara. Verranno donati dei buoni distribuiti alla Casa della Fraterna Solidarietà

04 maggio 2016
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SASSARI. Dalla palla a spicchi agli spicchi di pizza. Solidarietà e sorrisi in formato famiglia, perché un pasto per gli indigenti è il minimo, ma a volte la felicità passa anche attraverso un piccolo sfizio. La Fondazione Dinamo e la Casa della fraterna solidarietà fanno squadra con un’iniziativa decisamente originale: mettere in campo 3mila pizze per gli ospiti dell’organizzazione guidata da Aldo Meloni.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina nella Club house della società biancoblù dallo stesso Meloni e da Carlo Sardara, presidente della Fondazione legata a doppio filo al club campione d’Italia. «Dinamo non significa soltanto pallacanestro, ma anche attività e impegno nel campo sociale – ha sottolineato Sardara –. Così abbiamo pensato di mettere a disposizione della Casa della fraterna solidarietà un bel po’ di buoni per poter mangiare nella nostra Pizza house».

«In una città come Sassari, in cui la miseria sta crescendo in maniera vistosa e preoccupante – ha detto Aldo Meloni – la priorità è ovviamente quella di sfamare gli indigenti. Ma così come per la nostra iniziativa legata alle dentiere, che è arrivata a quota 700 per un controvalore di oltre un milione e mezzo di euro, abbiamo pensato che le persone indigenti abbiamo voglia anche di togliersi qualche sfizio».

La Fondazione Dinamo consegnerà dunque alla Casa di Aldo Meloni 3mila buoni validi per consumare una pizza nella struttura di via Nenni. «Volta per volta ci verranno indicate le date – ha spiegato Meloni – e noi provvederemo direttamente a consegnare i coupon agli ospiti che quotidianamente fanno la fila all’esterno della nostra struttura».

Poi una divagazione legata agli alimenti in scadenza. «Purtroppo siamo sempre a un punto fermo. Noi vogliamo

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