La Nuova Sardegna

Sassari

Lavoro e migrazione, questioni sociali sempre aperte

Lavoro e migrazione, questioni sociali sempre aperte

Intervento del sindaco di Sassari in occasione della festa del primo maggio

01 maggio 2016
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SASSARI. C'è un filo conduttore che unisce la giornata del 25 aprile con la festa del primo maggio, è il comune desiderio di riscatto delle popolazioni per la conquista della libertà e lavoro. Un concetto che il sindaco di Sassari Nicola Sanna ha voluto rimarcare in un messaggio alla comunità cittadina in occasione della festa dei lavoratori.

"La domanda di partecipazione politica e sociale dei migranti - riprende il primo cittadino - sta diventando una questione cruciale per il futuro delle società europee. Si traduce in una nuova domanda di cittadinanza, di inclusione nello spazio pubblico e, al tempo stesso, in una verifica della coerenza tra i principi costitutivi degli stati europei e i reali spazi di partecipazione democratica negli stati liberal-democratici europei".
La “questione migratoria” ripropone, sotto una nuova luce, la “questione sociale” e, con essa, il tema dell'estensione dei diritti, al lavoro per primo, per i nuovi “ceti svantaggiati”.

"Nelle società globalizzate - prosegue - il complesso delle trasformazioni socio-economiche in atto, ha dato luogo a processi di polarizzazione sociale tra nuovi ricchi e nuovi poveri, non solo nelle zone in ritardo di sviluppo del globo ma anche all'interno dei nostri diversi Paesi europei. In questi mesi - ricorda - il fenomeno migratorio sta mettendo in evidenza le diversità tra i regimi democratici delle società Europee contemporanee: la “vivibilità pubblica” dei nostri migranti evidenzia la diversità di trattamento nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza".

"I nuovi migranti, come purtroppo anche i nostri conterranei fuggono dai loro paesi, loro per scampare all'oppressione di regimi dispotici e dalla fame di lavoro, i nostri dall'assenza di un lavoro corrispondente ai loro progetti e desideri. Non solo, alcuni migranti lasciano le loro case e i loro cari per sfuggire alla povertà e alla fame, alla ricerca di una dignità che solo il lavoro e la libertà possono dare in un legame indissolubile". L'attuale situazione è inedita ma richiama  anche la nostra storia, di italiani e sardi, anche noi migranti per il lavoro. Prima e dopo il Secondo conflitto mondiale abbiamo lasciato la nostra amata terra per andare verso le Americhe prima e il Nord e centro Europa dopo".

"La nuova emigrazione dei nostri giovani sardi e italiani di questo XXI secolo - afferma Nicola Sanna - si mischia quindi ai nuovi fenomeni migratori. Un fenomeno inedito che come popolo italiano “moderno” non riusciamo a comprendere. Non riusciamo a capacitarci che agli occhi dei popoli dei paesi più poveri, ma molto più poveri di quello che noi immaginiamo, siamo diventati una delle prime dieci potenze economiche mondiali. Ciò nonostante, il flusso dell'emigrazione italiana ha ripreso a un ritmo preoccupante che mette in evidenza, ed è conseguenza, del fenomeno di disoccupazione e dell'incapacità del sistema Paese di dare un futuro, non solo alle nuove generazioni, ma anche a coloro che sono stati recentemente espulsi da processi produttivi industriali che, per cinquant'anni anche nella nostra regione hanno garantito lavoro, stipendi adeguati per far crescere e studiare i propri figli. Le generazioni attualmente piu adulte non possono sfuggire alla imperativo di creare nuovo sviluppo, nuova occupazione, nuove libertà ".

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