La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, assistente sociale sospesa porta il Comune in tribunale

di Salvatore Santoni
Sorso, assistente sociale sospesa porta il Comune in tribunale

La donna era stata oggetto di un provvedimento disciplinare per affidamenti di minori a una coop La dipendente adesso chiede di riavere lo stipendio perso e anche un risarcimento danni

30 aprile 2016
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SORSO. Sotto la lente dell’amministrazione comunale e sulla scrivania della Procura erano finiti l’equivalente di centinaia di migliaia di euro per l’affidamento di minori fatti dal suo settore alla coop dove opera il marito. In pochi giorni su Bonaria Mameli, l’ex responsabile dei servizi sociali di Sorso, scoppiò una bufera culminata con una sanzione disciplinare di trenta giorni a riposo forzato. Poi la dipendente comunale decise di portare il Comune davanti al giudice chiedendo di riavere il mese di stipendio e anche un risarcimento per i danni subiti. La notizia è rimasta riservata per oltre due mesi, ma è emersa nei giorni scorsi, quando la giunta comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Morghen, ha dovuto deliberare l’incarico a un legale di fiducia per resistere in giudizio. L’udienza è fissata per il 7 giugno.

La storia. Sotto la lente sono finiti una fitta serie di affidamenti, circa 300mila euro in tre anni, fatti dal Comune di Sorso alla cooperativa Da.Si.An, che in città gestisce una comunità per l’accoglienza di minori e donne con bambini, e nel cui Cda siede il marito della dipendente comunale. Nell’ottobre 2015, quasi in contemporanea si mossero da una parte l’amministrazione, avviando un procedimento disciplinare e dall’altra il consigliere Gian Paolo Sanna, che inviò le carte a Procura, Corte dei Conti, Regione e Guardia di finanza. La commissione disciplinare si è riunita a cavallo tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 concludendo i lavori i primi giorni di febbraio, quando per la dipendente comunale scattò la sospensione dal servizio per trenta giorni.

Il ricorso. All’indomani della sospensione dal lavoro, la dipendente comunale ha presentato ricorso davanti al tribunale civile di Sassari, sezione Lavoro, chiedendo al giudice che venga dichiarata la nullità e l’illegittimità dell’atto di sospensione, oltre alla condanna del Comune per la restituzione dei trenta giorni di retribuzione e anche il risarcimento per il danno subito. La giunta comunale si è riunita il 14 aprile per autorizzare il primo cittadino, per mezzo dell’avvocato Federico Isetta di Sassari, a resistere in giudizio. L’udienza davanti al giudice è fissata per il 7 giugno 2016.

Settore nel caos. Nel frattempo i servizi sociali sono finiti nel caos. La storia degli affidamenti si è intrecciata al rinnovo dell’appalto triennale da 700mila euro per la gestione del servizio sociale professionale, cioè il cuore del settore, e il centro educativo diurno che, invece, assolve le funzione di gestione dei minori in struttura protetta: entrambi i servizi sono gestiti dalla coop Andalas de Amistade. Proprio questa mattina, in Consiglio si discuterà dell’appalto, scaduto il 18 aprile e andato in proroga in maniera rocambolesca.

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