La Nuova Sardegna

Sassari

Il comitato di base degli allevatori

«Servono nuove regole sulla qualità del latte»

di Barbara Mastino
«Servono nuove regole sulla qualità del latte»

OZIERI. Difendere la qualità e la tracciabilità dei prodotti caseari sardi per mantenere i prezzi a un livello sostenibile. Questa la proposta che il Comitato di base degli allevatori presenta alla...

09 aprile 2016
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OZIERI. Difendere la qualità e la tracciabilità dei prodotti caseari sardi per mantenere i prezzi a un livello sostenibile. Questa la proposta che il Comitato di base degli allevatori presenta alla Regione, invitandola a istituire un nuovo sistema di valutazione della qualità del latte che permetta «di eliminare contemporaneamente le cause che concorrono a far abbassare i prezzi e far contenere le produzioni a livelli accettabili». Il latte non è tutto uguale, ricordano i pastori, che sottolineano l’essenzialità di elementi come l’alimentazione, ma anche la tecnica di produzione e la stagionatura. Fattori di cui le stesse aziende casearie non tengono conto, così come troppo blandi sono i “paletti” messi alla qualità, voluti anche dagli stessi consorzi Dop che, al contrario, hanno sempre cercato di incentivare la produzione di latte e formaggi standardizzati.

«Se dovesse funzionare un modello del genere – dicono gli allevatori del Comitato di base –, i primi a beneficiarne sarebbero i produttori di latte, oltre che i caseifici, perché si amplierebbe la forbice del prezzo, si creerebbero nuove fasce di mercato e i prezzi sarebbero più vicini al valore del latte. Naturalmente ne beneficeranno anche i consumatori, perché per la prima volta avrebbero contezza del valore del prodotto e del rapporto qualità prezzo. Però questi soggetti da soli non possono attivare il modello, perché non dispongono degli strumenti giusti. Chi può far scattare immediatamente il meccanismo sono i tavoli istituzionali tra allevatori, consorzi di tutela e legislatori».

A questi soggetti, con la Regione e le associazioni di categoria in testa, è rivolto l’appello del pastori del Comitato, che chiedono quindi l’apertura di un tavolo tecnico che metta allo studio una nuova classificazione del prodotto in “classi di qualità” che, in effetti, esistono già: «La maggior parte degli allevatori in Sardegna, inconsapevolmente, produce già un latte eccezionale. Le classi, quindi, esistono, occorre solo accorgersene e portarle a regola, a modello».

«Le nostre produzioni fatte di grandi formaggi – dicono gli allevatori del Comitato – si potranno salvare solo se si apriranno questi nuovi orizzonti. E a beneficiarne saranno anche gli altri formaggi, la massa, perché il mercato sarà meno asfittico, più allargato e probabilmente potranno salire anche i consumi. Abbiamo un fiore all'occhiello che spesso non ha neanche i soldi per acquistare i reagenti, per non parlare dei dipendenti (agronomi e veterinari) frustrati, impiegati in servizi inutili e lasciati spesso senza stipendio. La nostra – concludono i pastori – deve essere una battaglia di civiltà, in difesa non solo di una tradizione ma soprattutto di livelli di qualità, salute e sicurezza alimentare che non hanno concorrenti al mondo».

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