La Nuova Sardegna

Sassari

Sesso, un mercato che non conosce crisi

Sesso, un mercato che non conosce crisi

Decine i soggetti coinvolti e i locali notturni chiusi dalle forze dell’ordine negli ultimi anni

06 aprile 2016
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SASSARI. La storia si ripete e spesso anche i nomi delle persone coinvolte. Quello del sesso è un mercato che non conosce crisi e in città negli ultimi anni la prova del gradimento è certificata dalle numerose operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza che hanno smantellato vere e proprie organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento della prostituzione.

Associazioni che si ricreano quasi sempre dalle proprie ceneri, trovando spesso terreno fertile nelle ex discoteche trasformate in night club alla periferia della città. Locali ambigui, dove nella penombra dei privè si consumano rapporti al limite, e a volte oltre la legalità. Ma lo sfruttamento si nasconde anche dietro le serrande dei saloni per massaggi orientali o negli appartamenti del centro storico e dei quartieri signorili, presi in affitto da commercianti di corpi senza alcuno scrupolo. Nell’estate di quattro anni fa le manette dei carabinieri erano scattate per diciassette persone fermate tra Sassari, Olbia, Roma, Genova, Treviso, Prato, Arezzo, Caserta e Parma con l’accusa di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di essere umani, riduzione e mantenimento in schiavitù, tratta di persone, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Due anni prima erano state dodici le misure cautelari eseguite e cinque i locali notturni sequestrati dagli investigatori del nucleo di Polizia tributaria della guardia di finanza. Gli appuntamenti dei clienti con le intrattenitrici straniere erano stati filmati dentro i night dove venivano consumati i rapporti sessuali a pagamento. E anche gli incontri al di fuori dei locali notturni, avvenuti in diversi alberghi del territorio, erano stati documentati dagli uomini delle Fiamme Gialle. Due anni fa, a sette anni dagli arresti della squadra mobile, era arrivata una condanna complessiva a centosettanta anni di carcere (e tre assoluzioni) per i ventiquattro imputati dell’operazione “Osusu”. Ventiquattro persone, la maggior parte straniere, erano finite a giudizio con l’accusa di aver ridotto in schiavitù prostitute nigeriane attraverso un’associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione. In quel caso lo squallido mercato dei corpi avveniva sulla strada. Era il 2007. Nove anni dopo, oggi, il mercato è ancora fiorente. (l.f.)

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