La Nuova Sardegna

Sassari

Prostitute fanno arrestare i loro aguzzini

di Nadia Cossu
Prostitute fanno arrestare i loro aguzzini

Aspiranti ballerine si ribellano agli sfruttatori: due persone finiscono in carcere, tre ai domiciliari e sei denunciate

06 aprile 2016
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SASSARI. Erano venute in Sardegna per fare le ballerine nei locali. Certamente non avevano messo in conto l’“extra”: prostituirsi. E infatti a un certo punto si sono ribellate, si sono fatte coraggio a vicenda e hanno detto “no”. Un rifiuto che hanno pagato a caro prezzo con botte e lividi. Quei segni sul corpo, però, hanno dato loro maggiore forza tanto da convincerle a denunciare tutto ai carabinieri della stazione di Alghero. I militari hanno fatto partire le indagini e ieri, alle prime luci dell’alba, sono scattati cinque arresti e sei denunce che hanno permesso di smantellare un’associazione dedita allo sfruttamento della prostituzione.

Il modus operandi. Con 350 euro settimanali avevano “in dotazione” una camera dove passare la notte, un ricambio di biancheria intima e oggetti sessuali acquistati nei sexyshop per assecondare le fantasie dei clienti. Di ogni età, alcuni professionisti del Sassarese, altri disoccupati, e tutti con preferenze sessuali differenti: qualcuno chiedeva donne, qualcun altro uomini e trans. E veniva accontentato dietro pagamento.

L’indagine e gli arresti. Dopo la denuncia delle ragazze e dei ragazzi, i carabinieri della compagnia di Alghero, al comando del capitano Daniele Girgenti, hanno scoperto una vera e propria associazione a delinquere. Attività coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Sassari, Corinna Carrara, che ha portato in carcere Ugo Poggi, sassarese di 53 anni e la sua compagna ungherese Edina Ildiko Meszaros, di 29, difesi dagli avvocati Salvatore Galleri e Claudio Mastandrea. Ai domiciliari, invece, Deborah Oneddu, 22 anni, di Porto Torres, Marco Costantino Francesco Carboni, sassarese di 29 anni e Alessandra Deriu, 32enne di Decimomannu.

L’organizzazione. Tutti avrebbero a vario titolo fatto parte di questa organizzazione che si occupava di gestire il reclutamento di donne, uomini e trans dall’Italia e dall’estero, la collocazione negli appartamenti, la gestione delle case d’appuntamento – cinque in tutto quelle sequestrate dalla Procura tra Alghero e Sassari – il servizio logistico con gli spostamenti delle prostitute e dei clienti, il trasporto dall’aeroporto in città. E poi ancora la gestione delle inserzioni su internet e anche un servizio di centralino che serviva a “smistare” i clienti.

Il giro d’affari. Un giro d’affari da migliaia e migliaia di euro che comprendeva anche, in alcuni casi, la fornitura di sostanze stupefacenti alle prostitute. Come ha spiegato il capitano Girgenti «l’organizzazione era pronta a espandersi anche nel Cagliaritano».

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