La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres: addio a Giacomo Alessandro, l’architetto buono che amava la storia

di Gavino Masia
Giacomo Alessandro
Giacomo Alessandro

Il giovane professionista si è spento ieri a Barcellona Talento e grandi potenzialità, creò “Porto Torres sparita”

13 marzo 2016
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PORTO TORRES. Un amore incredibile per la sua città e per le sue origini, confermate anche da una tesi di laurea affascinante e scritta con il cuore, finalizzata a valorizzare l’immenso patrimonio archeologico di Turris. Giacomo Alessandro, 39 anni, architetto di talento, ha lottato sino alla fine per cercare di vincere la sua battaglia su una malattia improvvisa e devastante. Si è arreso, in terra di Spagna, dove era approdato per continuare a studiare e per lavorare. La triste notizia della sua morte - dopo il trapianto avvenuto circa un mese fa - ieri mattina a Barcellona, ha fatto il giro del web con post di ricordi di quel ragazzo intelligente, modesto, brillante e competente.

Sei anni fa la laurea in Architettura, dopo la maturità conseguita ai geometri, discutendo una tesi dove proponeva ipotesi, curiosità e suggerimenti su come programmare la città del futuro. Partendo dalla costruzione di una carta archeologica, infatti, Giacomo Alessandro aveva disegnato una linea di costa differente da quella consolidata: ipotizzando che la foce del Rio Mannu, esposto al maestrale come il Coghinas, si protendesse verso l’area della vecchia darsena con una sorta di lingua di sabbia a protezione.

Il porto fluviale sarebbe stato lì, avvalorato anche da alcune presenze archeologiche, e quella lingua di sabbia sarebbe stata cancellata dal mare.

«La mia idea è creare un parco che riunisca le città archeologica, urbana, industriale, e si spinga fino alla zona industriale valorizzando l’area fluviale – aveva detto 6 anni fa Giacomo Alessandro –, e questo presupporrebbe un’area museale nella zona scavata nel 1882 che consentirebbe l’accesso e valorizzazione del colle del Faro, il quale diverrebbe punto di osservazione privilegiato delle città antica e moderna».

Ma le vere sorprese di quella serata, organizzate dal Movimento Sardo, furono altre due teorie esposte da Giacomo: una riguardava la nuova collocazione del teatro - individuato in periferia, alle spalle del colle del Faro, e l’altra la curiosa analogia tra l’asse viario di Turris e il disegno della navicella ritratta nel mosaico dei Naviculari Turritani, nel porto di Ostia.

Il suo amore per la città turritana era rimbalzato sul web con la creazione della pagina “Porto Torres sparita”: oltre 5mila seguaci, una raccolta di immagini imponente, molte inedite. Giacomo ha voluto riproporre l’esperimento con la storia, attraverso la pagina “Barcelona Desapareguda”, confermando quanto amore nutrisse per l’arte che comincia dai ricordi di un tempo che non c’è più. Giacomo se n’è andato per uno dei suoi nuovi viaggi, quello più lontano, nel momento migliore. Quando anni di sacrifici, studio e lavoro cominciavano a dare risultati. Il suo patrimonio non dovrà essere disperso. Sarà il modo migliore per non dimenticare.

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