La Nuova Sardegna

Sassari

San Gavino, si sgretola il muro A Balai la chiesetta cade a pezzi

di Gavino Masia

Allarme per la struttura che delimita il patio antistante la Basilica dell’XI secolo, problemi di sicurezza Rischi evidenti per il santuario costruito sulla roccia e che ogni anno accoglie i simulacri dei Martiri

09 marzo 2016
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PORTO TORRES. Pioggia e vento delle ultime settimane hanno contribuito a mettere a nudo il degrado dello stato conservativo del compendio monumentale di Monte Agellu e della chiesetta di Balai vicino. Il vecchio e suggestivo muraglione che circonda il patio di San Gavino e una parte del vicino parco urbano è da tempo, purtroppo, che non gode di buona salute, soprattutto per mancate ristrutturazioni, e nei mesi scorsi ci sono state diverse segnalazioni sulla pericolosità per la grave situazione della struttura che si affaccia su una strada particolarmente trafficata. L’ultima sistemazione del muraglione avvenne negli anni Sessanta - quando ancora esistevano le case di piazza Verdi, poi abbattute, per lasciare il posto al parco San Gavino - e a distanza di oltre mezzo secolo sembra quasi naturale che il muro continui a sgretolarsi e perdere pezzi.

La competenza dell’opera ai piedi della chiesa romanica dovrebbe essere della Soprintendenza delle arti e paesaggi di Sassari e Nuoro, ma a quanto pare in tutti questi anni non c’è stato alcun sopralluogo per verificare lo stato di salute della struttura. Sicuramente ci sono problemi economici alla base dei mancati interventi da parte dell’ente preposto, però in tanti dimenticano che il muraglione come si presenta ora rappresenta un problema di sicurezza per i pedoni e le auto che vi transitano quotidianamente.

Mesi fa un gruppo di maestri muratori portotorresi aveva lanciato una provocazione per preservare la struttura muraria dall’usura del tempo e dall’incuria umana, offrendo la loro manodopera a titolo gratuito con la sola condizione che venisse fornito agli esperti edili il materiale necessario. Un gesto d’amore incondizionato verso il quartiere di San Gavino, culla di gran parte della popolazione, a tutt’oggi un grande monumento a cielo aperto con Basilica, cumbessias e gli atri Comita e Metropoli.

Nella chiesetta di Balai, costruita su una roccia a picco sul mare, sono invece presenti infiltrazioni di acqua piovana nell’ipogeo, con distacco di materiale, e si evidenziano ulteriori distacchi di materiali lapidei dalla parte superiore della volta della chiesa: l’attuale pavimentazione interna non consente poi di camminare in sicurezza, e questo rappresenta un grosso problema per i pellegrini anziani che vengono a pregare per i tre Martiri Turritani. Nella parte esterna della chiesetta che guarda ad oriente, invece, sono visibili dei distacchi di materiali lungo i contrafforti, pietre portate via dall’erosione costiera che metterebbero in serio pericolo la staticità della stessa chiesa. Gli ultimi interventi risalgono al 2009, con un investimento di 36mila euro, ma da allora il moto ondoso del mare di Balai sta creando seri problemi e sono necessari interventi mirati per salvare un luogo di culto che durante il periodo di Pentecoste raduna migliaia di fedeli da tutta la Diocesi e anche dal resto dell’isola.

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