La Nuova Sardegna

Sassari

«Bonifiche, ok ai cantieri tra pochi mesi»

di Pinuccio Saba
«Bonifiche, ok ai cantieri tra pochi mesi»

L’ad di Syndial: «Spero non ci siano intoppi». Manca il sì di Prefettura e Provincia per intervenire sulle palte fosfatiche

06 febbraio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. «Se non ci saranno intoppi, e se le autorizzazioni verranno rilasciate in tempi rapidi, potremo aprire il cantiere delle palte fosfatiche entro pochi mesi». L’amministratore delegato di Syndial Giovanni Milani si appella alla Prefettura, alla Provincia e alla Regione per accelerare le procedure burocratiche per l’ultima autorizzazione che consentirà l’avvio delle bonifiche dei suoli. Ieri mattina Milano, con i sindaci di Porto Torres e Alghero, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore all’Ambiente Donatella Spano, ha voluto fare un po’ il punto sullo stato dell’arte delle bonifiche del Sito di interesse nazionale di Porto Torres, progetto per il quale Eni ha messo a disposizione (ma era un obbligo di legge) 530 milioni di euro, risorse che fanno parte del pacchetto della chimica verde.

Risorse finanziarie. «Fino ad ora sono stati spesi 230 milioni di euro – ha spiegato l’ad di Syndial –: il 38 per cento sono stati destinati alla bonifica dell’acqua di falda, il 30 per cento alla bonifica dei suoli e il restante 32 per cento alle demolizioni per le quali non occorrevano particolari autorizzazioni se non quelle urbanistiche di competenza degli enti locali. Altri 200 milioni sono invece destinati alla bonifica della discarica delle peci e di Minciaredda. Solo per questa saranno spesi 155 milioni di euro, ma Minciaredda è un caso a se stante. Complessivamente saranno spesi altri 290 milioni, cioè la quasi totalità delle risorse stanziate dall’Eni».

Occupazione. Al momento sono sessanta i lavoratori diretti più una novantina dell’indotto. Il dato è il linea con le presenze medie giornaliere registrate nel 2015 dalla Syndial. «Ma l’occupazione è destinata a crescere – ha detto Giovanni Milani – e raggiungerà le 200 unità nel 2018, quando i lavori per le bonifiche marceranno a pieno regime. Lavori che, dal momento dell’apertura dei primi cantieri, dovrebbero durare quattro o cinque anni».

Palte fosfatiche. Sarà il primo cantiere ad aprire. «Le palte fosfatiche sono “naturalmente” radioattive – ha spiegato Milani – per cui il nostro compito è quello di rimuoverle dall’attuale sito, intertizzarle e stoccarle all’interno dell’area industriale».
Peci. «In seguito alle osservazioni delle istituzioni locali abbiamo deciso di modificare il progetto originale che prevedeva il trattamento in loco – ha detto l’ad di Syndial –. Invece le peci, che al momento sono state messe in sicurezza, saranno completamente rimosse e trasferite all’estero per il loro smaltimento. Un lavoro che verrà effettuato in Norvegia o in Danimarca».

Questi sono i primi interventi per i quali sono necessarie le ultime autorizzazioni, mentre per quanto riguarda il trattamento delle acque di falda, le lavorazioni procedono già da diverso tempo.

Acque di falda. Al momento il trattamento è già in una fase attiva. Con i primi quattro “taf” vengono trattate 230 litri d’acqua l’ora, parte delle quale viene riciclata per la produzione del vapore. «Non appena sarà completato il Taf 5, il volume delle acque crescerà notevolmente, anche se – ha sottolineato Milani – sarà determinante la bonifica dei suoli poiché la rimozione delle sostanze inquinanti rallenteràm fino a cessare, la contaminazione della falda».

Minciaredda. Sarà l’intervento più importante. Verrà interamente rimossa la collina di rifiuti. «Poi si procederà alla separazione di quelli pericolosi – ha detto Milani – che saranno inviati in altri impianti per lo smaltimento. Gli altri rifiuti saranno stoccati nella piattaforma che verrà realizzata a Minciaredda».

Una cosa, però. Giovanni Milani, l’ha voluta sottolineare: «Faremo i lavori perché li dobbiamo fare per legge e perché chi inquina poi bonifica. Però, quando Eni ha rilevato la Sir era giù tutto contaminato, le discariche delle peci e delle falte chiuse, come Minciaredda. Ma – ha concluso con un sorriso –, non abbiamo inquinato noi e non ci stiamo a essere cornuti e mazziati ».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative