La Nuova Sardegna

Sassari

«Riforma ospedali, tagli inaccettabili»

di Giovanni Bua
«Riforma ospedali, tagli inaccettabili»

Mozione unitaria della maggioranza in consiglio comunale. Pala: «Errore drammatico chiudere la chirurgia pediatrica»

05 febbraio 2016
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SASSARI. Sacrifici imprescindibili, razionalizzazione della rete, tagli imposti. Massima apertura, pignoni e raggi, nord e sud. Se ne sono dette tante in questi mesi sulla riforma della rete ospedaliera regionale. Con l’assessore alla Sanità Luigi Arru che ha fatto il giro delle sette chiese elargendo una Breast unit di qua, un nodo della rete ospedaliera di là. Ma alla fine ha portato a casa un testo praticamente identico a quello da cui si è partiti, almeno per quanto riguarda Sassari. Che, come spesso accade quando c’è da far sacrifici per il bene di tutti, paga un prezzo altissimo, che mina le fondamenta di alcune sue eccellenze (la chirurgia pediatrica su tutte) mette in dubbio il futuro della sua ottima facoltà di Medicina, riapre la mai dimenticata stagione dei viaggi della speranza per curarsi altrove, a costi altissimi, per le famiglie e per la comunità.

I numeri. Il tutto in nome di parametri nazionali derogabili e derogati, che traducendo in numeri le tante chiacchiere sui due Hub paritari, recitano 1097 posti letto a Sassari con un taglio netto del 16 per cento e una ratio di 3,9 posti letto per 1000 abitanti, con Cagliari che di posti ne ha 2602, 4,64 per 1000. E clamorosamente Olbia, che sommando quel che resta del pubblico e l’enorme cambiale del Mater arriva a 3,41.

Ma non sono i numeri lordi il vero dramma della riforma. Ma i tagli alla carne viva della sanità sassarese

I tagli. Come quello alla pediatria. Con la città pronta a gettare le fondamenta del nuovo padiglione materno infantile, la nuova struttura figlia della fusione tra azienda sanitaria e cliniche universitarie (un progetto da 95 milioni), che trova la cura dei suoi bambini declassificata a “raggio”. Tradotto: gli 11 posti letto di chirurgia pediatrica, faticosamente ottenuti nel 2008 con l’allora assessore Dirindin, spariti nel nulla e in realtà in via di trasferimento verso il Mater di Olbia, dove per altro non c’è la terapia intensiva neonatale. E poi via il pronto soccorso pediatrico, ufficiosamente in funzione da sempre (anche se mai riconosciuto) e i posti, già pienamente funzionanti, per l’onco-ematologia pediatrica.

La mozione. Abbastanza per far saltare sulla sedia Mario Pala, consigliere comunale Pd e primario di cardiologia pediatrica all'Aou. Che ha messo per primo la sua firma su una mozione di fuoco, appoggiata da tutta la maggioranza, che chiede a giunta e sindaco di bloccare lo scippo. «E' universalmente riconosciuto – attacca Pala – che la chirurgia pediatrica debba necessariamente essere allocata in un dipartimento materno-infantile, dotato di clinica ostetrica e di terapia intensiva neonatale. Questo perché è importante porre diagnosi di malformazioni congenite in epoca fetale in quanto alcune patologie neonatali non consentono il trasporto seppur minimo del neonato. Nella chirurgia pediatrica di Sassari vengono eseguiti circa 300 interventi all'anno comprendendo tra questi interventi che non risulta vengano trattati in altre sedi regionali».

Tutto a sud.Ma non basta: nella riforma non viene prevista a Sassari la chirurgia toracica, la rete oncologica regionale ha un unico centro di riferimento al Businco e microcitemico di Cagliari. Di sedici posti letto previsti per la radioterapia e due per la medicina nucleare per pazienti oncologici, nessuno è a Sassari. Il centro regionale sclerosi multipla viene spostato da Sassari a Cagliari. La Rete per la terapia del dolore prevede un unico Hub a Cagliari. E le Case della salute sono in totale per tutta la Sardegna 24 di cui 1 in provincia di Sassari, 4 a Nuoro, 1 a Bosa e 18 al centro Sud.

Università. «Se questo progetto dovesse andare in porto – chiude Pala – continueremo ad assistere ad un progressivo ed inesorabile impoverimento di questo territorio sia dal punto di vista dell’offerta sanitaria, ma anche di quella culturale e formativa, che porta come conseguenza una minore attrazione per gli studenti, che sono la linfa vitale per una città universitaria come Sassari».

Il ricatto. «Ciò che desta sconcerto – attacca Marco Tedde, vice-capogruppo di Forza Italia in Regione – è poi la volontà di impoverire la sanità di Alghero e Ozieri. E' una scelta al ribasso, mascherata da un acronimo Nror (presidio nodo della rete ospedaliera regionale), che maschera un futuro legato non ad una previsione normativa ma alla benevolenza del governante di turno».

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